Nuove regole per l’estate sono un obbligo per tutti i Comuni ricadente nell’Ato 2, tra i quali figurano tutti quelli dei Castelli Romani.
La richiesta è stata diramata da Acea Ato 2.
La richiesta di Acea ai sindaci di Pomezia e Ardea
Acea richiede ai due sindaci dei Comuni di Pomezia e Ardea, rispettivamente Veronica Felici e Maurizio Cremonini, di emettere altrettante ordinanze per la restrizione sull’uso dell’acqua potabile, in risposta a una situazione ormai strutturale di crisi idrica, resa ancora più critica dalla combinazione tra cambiamenti climatici, inefficienza della rete idrica e consumi fuori controllo durante i mesi estivi.
Acea Ato 2 parte da una segnalazione di
“situazione di significativo deficit relativamente ai cumulati pluviometrici e conseguentemente delle relative portate minime attese dalle fonti di approvvigionamento gestite”
per chiedere la collaborazione di tutti i cittadini di Pomezia e Ardea:
“Si chiede pertanto l’emissione di specifiche Ordinanze Comunali volte a limitare l’utilizzo della risorsa idrica unicamente per scopi potabili e a fini igienico sanitari”.
Dove sono le ordinanze sulla crisi idrica di Pomezia e Ardea?
Al momento, non ci risulta che i due Comuni abbiano provveduto a pubblicare le rispettive ordinanze, anche se ormai dovrebbe essere questione di giorni.
In ogni caso, l’obiettivo di Acea è chiaro: evitare durante i mesi estivi il collasso del sistema idrico e garantire almeno l’erogazione per i bisogni domestici essenziali.
L’alternativa, paventata dalle autorità, sarebbe una stagione con massicci razionamenti d’acqua già da luglio.
I limiti sono in vigore, per Acea: vietato tutto ciò che non è essenziale anche a Pomezia e Ardea
L’ordinanza imposta da Acea ATO 2, in accordo con le amministrazioni locali, lascia poco spazio ai dubbi.
A partire dal 10 giugno, vietato ogni utilizzo improprio dell’acqua potabile.
È facile, rifacendoci alle ordinanze degli anni passati e a quelle già emesse quest’anno da alcuni comuni vicini, quali saranno le prescrizioni.
Niente più irrigazioni private, lavaggio di automobili, riempimento di piscine o giochi d’acqua nei giardini domestici. Stop anche al prelievo non essenziale dalle fontane pubbliche e all’uso degli idranti, salvo casi di emergenza.
Le uniche eccezioni di solito riguardano le aree verdi pubbliche e i cimiteri, per i quali è consentita l’irrigazione, ma solo se strettamente necessaria e preferibilmente nelle ore notturne.
Anche le attività commerciali e ludiche dovranno adeguarsi.
Per le piscine o i lavaggi industriali sarà possibile usufruire esclusivamente di autobotti, fornite da ditte specializzate e con documentazione da esibire in caso di controlli.
Controlli a campione e sanzioni fino a 500 euro
Acea, insieme alle forze dell’ordine, ha predisposto una serie di controlli a campione per verificare il rispetto delle nuove norme.
Le sanzioni previste per i trasgressori vanno da 25 a 500 euro, secondo l’art. 7 bis del Testo Unico degli Enti Locali.
In caso di violazioni reiterate, la multa potrà essere accompagnata da una segnalazione alla Procura della Repubblica per danno colposo alla collettività.
I proprietari degli immobili dove si verificano infrazioni risponderanno in solido. L’ordinanza, inoltre, annullerà qualsiasi regolamento locale precedente che sia in contrasto con queste nuove disposizioni.
Piccoli gesti quotidiani per evitare il razionamento a Pomezia e Ardea
Parallelamente ai divieti, la popolazione di Pomezia e Ardea sarà invitata ad adottare comportamenti virtuosi.
Tra le buone pratiche, ad esempio: installare frangigetto sui rubinetti, chiudere l’acqua durante rasatura e lavaggio denti, preferire la doccia al bagno, utilizzare elettrodomestici solo a pieno carico e, ove possibile, raccogliere l’acqua piovana per l’irrigazione.
Acea ricorda che un rubinetto lasciato aperto spreca 13 litri al minuto, mentre una doccia di 5 minuti consuma 60 litri contro i 120 di un bagno in vasca.
L’adozione di abitudini consapevoli può far risparmiare fino a 11.000 litri l’anno per famiglia.
Una rete colabrodo e ritardi negli investimenti
Ma il vero nodo resta la rete idrica fatiscente.
Secondo le stime più recenti, fino al 40% dell’acqua immessa nella rete va disperso a causa di tubature obsolete e manutenzioni inadeguate.
Un dato che mina gli sforzi dei cittadini e rende urgente un piano di ammodernamento profondo. Finora, però, gli interventi promessi da Acea sono apparsi troppo lenti rispetto alla gravità della situazione.
Con l’estate 2025 destinata a essere ancora tra le più calde e siccitose degli ultimi anni, ogni giorno senza interventi strutturali aumenta il rischio di misure drastiche.
Il tempo stringe: l’acqua non è infinita
L’ordinanza è solo un primo segnale. Ma la crisi è destinata a peggiorare se non si cambia passo, sia nella gestione delle risorse che nella politica degli investimenti.
Nel frattempo, i cittadini di Pomezia e Ardea questa estate sono chiamati a fare la propria parte.
Perché senza la collaborazione di tutti la prospettiva che si rischia per i prossimi mesi è chiara: rubinetti a secco, razionamenti e disagi quotidiani per migliaia di famiglie.
L’acqua, un bene prezioso che per troppo tempo è stato dato per scontato, torna oggi al centro della vita civile. E va difeso, con regole, controlli, ma soprattutto con responsabilità collettiva.
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