Alla base del provvedimento, un rilievo tecnico preciso: l’altezza del soppalco non rispetta il limite minimo di 2,70 metri fissato da un Decreto Ministeriale del 1975, necessario per consentire la permanenza continuativa di persone.
Il locale e molto noto e apprezzato, da quasi un secolo nel centro cittadino. La contestazione è finita al centro di una battaglia amministrativa che ha coinvolto anche il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.
Grottaferrata, stop al soppalco del locale: il ricorso
Nell’estate del 2023 la società G. F. S., titolare del locale, non ha accettato passivamente la decisione dell’amministrazione. Ha quindi presentato ricorso presso il TAR del Lazio, contestando l’ordinanza.
Secondo i ricorrenti, il rilievo sull’area soppalcata sarebbe stato eccessivo o comunque suscettibile di interpretazioni più flessibili.
La contestazione non riguardava l’intero provvedimento, ma esclusivamente quella porzione dello stesso che impediva l’uso del soppalco per l’accoglienza dei clienti.
La ‘sospensione’ inaspettata di Grottaferrata
L’8 marzo 2024 il colpo di scena. Con la determina dell’Ufficio Tecnico n. 461, il Comune di Grottaferrata ha revocato in parte l’ordinanza precedente, limitatamente al punto contestato.
Il provvedimento è stato giustificato facendo riferimento all’articolo 21-quinquies della legge 241/1990, che consente alla pubblica amministrazione di revocare in autotutela un proprio atto per sopravvenuti motivi di pubblico interesse o per un riesame della legittimità.
In pratica, il Comune di Grottaferrata ha riconosciuto che il divieto imposto al ristorante per l’uso del soppalco con tavoli e sedie non era più sostenibile.
Fine della contesa tra Grottaferrata e il locale
Il 1° aprile 2025 in seguito alla revoca, la società G. F. S. ha presentato un’istanza per la cessazione della materia del contendere.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha preso atto del nuovo scenario: il punto incriminato dell’ordinanza non esiste più, quindi la controversia non ha più ragion d’essere.
Con una sentenza secca e priva di fronzoli, il TAR ha ufficialmente dichiarato chiuso il contenzioso. Nessun vincitore, nessun vinto: le spese legali sono state compensate tra le parti.
Una vicenda da cui imparare
Una vicenda che, seppur apparentemente marginale, getta luce su una dinamica sempre più ricorrente. Il braccio di ferro tra enti locali e attività commerciali o privati in merito alla gestione degli spazi.
In questo caso, l’oggetto del contendere era un soppalco e il suo utilizzo come spazio fruibile dai clienti.
Ma il tema è più ampio: riguarda il margine di discrezionalità amministrativa, il peso delle norme edilizie risalenti nel tempo e la necessità di contemperare esigenze imprenditoriali e vincoli regolamentari.
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Il significato per gli altri locali e i cittadini
La decisione finale, anche se non entrata nel merito della legittimità del soppalco, rappresenta un precedente di rilievo per altre attività commerciali che si trovano in situazioni analoghe, anche nello stesso comune di Grottaferrata, tra i quali altri locali come ristoranti e storici pub.
La vicenda dimostra che le decisioni amministrative non sono intoccabili e che la strada del ricorso, se ben motivata, può portare a risultati concreti.
Ma sottolinea anche l’importanza per le amministrazioni comunali di valutare con attenzione ogni provvedimento, per evitare ripensamenti che rischiano di minare la fiducia dei cittadini.