Il Comune di Ciampino ha deciso di fermare la vendita e la messa in uso (agibilità) di case prive degli spazi verdi, parcheggi, strade, fogne, etc, vale a dire delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria previste dalla convenzione che dava il via alla loro stessa costruzione.
Ciampino blocca la vendita e l’agibilità delle case
Una linea dura, quella del Comune di Ciampino, adottata con il provvedimento del 6 marzo 2025 (prot. n. 0012562), che ha causato l’avvio di una battaglia giudiziaria tra amministrazione e settore edilizio.
Diverse imprese edili, tra cui E. T. Srl, I.E.C. C. S.p.A. e . B. S.r.l., hanno impugnato le decisioni dell’Ente, trascinandolo di fronte al Tribunale Amministrativo regionale (TAR) del Lazio, che però il 15 maggio scorso ha respinto almeno in via temporanea le loro richieste, con una ordinanza chiara e netta.
Per tutta risposta, le società si sono ora rivolte al Consiglio di Stato, secondo grado della Giustizia Amministrativa, per ricorrere contro l’ordinanza provvisoria del TAR.
In soldoni, certi costruttori hanno dichiarato ‘guerra’ giudiziaria a Comune e Giunta di Ciampino.
Ciampino, niente vendite se non ci sono verde e parcheggi
Al centro della contesa c’è il rigetto da parte del Comune di Ciampino delle richieste di agibilità per nuovi edifici che non rispettano gli standard previsti dall’art. 10 della convenzione comunale sottoscritta nel 2014 con i costruttori: aree verdi e parcheggi obbligatori.
L’Amministrazione ha dichiarato inefficaci le agibilità trasmesse, in particolare quelle del 7 febbraio 2025, scatenando la reazione legale delle imprese.
I costruttori all’attacco, la Giunta Colella risponde
Le aziende coinvolte hanno avviato ricorsi al TAR del Lazio, contestando la legittimità dei provvedimenti comunali. In particolare le società E.E T. e I.B.C C. hanno richiesto l’annullamento della nota del Comune dell’8 agosto 2024, con cui è stata respinta la richiesta di agibilità sulla base dell’articolo 10 della convenzione urbanistica, giudicato troppo restrittivo.
A rafforzare la strategia difensiva del Comune di Ciampino, il 13 giugno 2025 è stata firmata la determinazione n. 662 con cui l’amministrazione ha affidato la difesa legale all’avvocato Natale Perri.
Una scelta fatta per garantire una risposta immediata ed efficace ai ricorsi, dati i limiti interni dell’ufficio legale comunale.
La posta in gioco: verde e vivibilità per le case e per tutta la comunità
Il nodo centrale non è solo giuridico, ma urbanistico e ambientale.
L’amministrazione comunale di Ciampino ha scelto di mettere un freno al cemento facile, opponendosi a progetti che non prevedano adeguate aree verdi o parcheggi.
Una posizione netta che va nella direzione della sostenibilità urbana, ma che impatta pesantemente su chi ha già investito e costruito.
La decisione dell’ente segue un orientamento già espresso in atti precedenti e in aggiornamenti programmati, come la Deliberazione n. 103 del 27 dicembre 2024 sul Documento Unico di Programmazione 2025-2027.
Allo stesso modo, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione, approvato il 31 gennaio 2025, aveva chiarito la volontà dell’Ente di legare ogni nuovo sviluppo edilizio al rispetto di criteri ambientali più rigorosi.
I giudici respingono le sospensive
Il TAR del Lazio, il 13 maggio 2025, ha rigettato una richiesta cautelare avanzata da B. S.r.l., che mirava alla sospensione del provvedimento comunale.
Secondo il Tribunale, nella fase preliminare non sono emersi elementi sufficienti per ravvisare l’illegittimità dell’azione amministrativa.
Una decisione che rafforza la posizione del Comune, almeno sul piano giurisdizionale. T
uttavia, la battaglia legale è tutt’altro che chiusa: i ricorsi stanno andando avanti anche al Consiglio di Stato, come già prefigurano agli atti del Comune.
Una scelta politica sotto pressione
La stretta del Comune di Ciampino si inserisce in un contesto nazionale in cui sempre più amministrazioni locali stanno rivalutando i criteri di vivibilità urbana.
A Ciampino l’operazione ha però sollevato un fronte di opposizione agguerrito, con il settore edilizio che denuncia perdite economiche e incertezza sugli investimenti futuri.
Il Comune, nel frattempo, si difende ribadendo che le convenzioni urbanistiche devono essere rispettate e che la qualità della vita dei cittadini prevale su ogni altro interesse.
Un messaggio chiaro, ma che ora dovrà reggere al vaglio delle aule di giustizia.
Prossime udienze e attesa del verdetto
Nei prossimi mesi, il TAR del Lazio (con la fase di merito) e – verosimilmente – il Consiglio di Stato (per quanto riguarda la sola ordinanza temporanea del TAR che ha respinto temporaneamente le richieste dei costruttori) saranno chiamati a pronunciarsi nel merito.
Intanto, con la determinazione del 13 giugno 2025, il Comune di Ciampino ha confermato la propria linea di difesa, puntando sull’esperienza dell’Avv. Perri, cassazionista e esperto di diritto amministrativo.
E mentre la vendita delle case si ferma, cresce lo scontro tra chi vuole costruire e chi pretende che prima vengano garantiti spazi per il verde e per la vivibilità. Una partita che, per Ciampino ma non solo, va ben oltre una semplice questione burocratica.
Speriamo che la fermezza del Comune di Ciampino venga ‘copiata’ anche da altri Comuni ad alto tasso di residenzialità che troppo spesso hanno avallato la messa in vendita di case nonostante le opere di urbanizzazione (tra le quali le fogne!) non erano ancora state realizzate.
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