Un dato che segna un nuovo preoccupante avvicinamento al record negativo di -75 cm registrato- sempre dai cittadini – a gennaio 2025.
In pratica, il livello delle acque è vicino (mancano soli tre centimetri) al suo minimo storico.
Difatti, in appena 16 giorni, il lago ha perso ulteriori 7 cm, rispetto alla precedente misurazione. Un segnale chiaro di un trend che si aggrava con l’arrivo dell’estate.
Secondo i rilevamenti storici, tra giugno e ottobre, il lago potrebbe abbassarsi di almeno altri 60 cm, scivolando così verso il minimo storico mai registrato.
Non si tratta più di allarmi lanciati in via cautelativa: i numeri raccontano una crisi idrica ormai concreta.
Lago Albano, sul teleidrometro tanto rumore per nulla o oltre alle foto c’era di più?
Purtroppo, siamo costretti a utilizzare solo i dati delle misurazioni dei cittadini e dell’associazione Grottaferrata Sostenibile.
Senza alcun contro-riscontro istituzionale. Visto che del teleidrometo, il sofisticato apparecchio installato dalla Regione Lazio all’interno del centro federale olimpico a settembre 2023, da settembre 2024 non si conoscono più i dati.
Da allora, i dati del teleidrometro della Regione Lazio non vengono più resi pubblici. Al contrario di quanto era stato promesso dalle autorità regionali e nazionali all’atto del suo avvio.
Autorità tra le quali figuravano assessori regionali (Righini), deputati (Silvestroni), sindaci (Castel Gandolfo, con Alberto De Angelis), il Commissario dell’Ente Parco dei Castelli Romani (Ivan Boccali), etc .
Il sito internet che avrebbe dovuto rendere accessibili i dati del teleidrometro della regione. Lazio a cittadini, comitati e amministratori locali, risulta invece inattivo da mesi. Un buco informativo inspiegabile, che alimenta sospetti e preoccupazioni.
L’invisibilità dei dati ufficiali arriva proprio mentre il lago entra in una fase critica, privando la comunità di uno strumento essenziale per valutare l’impatto delle scelte politiche e gestionali sull’ecosistema del bacino.
L’acqua del lago Albano sotto stress: disseta 11 Comuni dei Castelli Romani
In ogni caso, nonostante l’allarme, il Lago Albano continua a essere utilizzato come risorsa potabile da Acea, la municipalizzata dell’acqua del comune di Roma.
Attualmente, alimenta l’approvvigionamento idrico di 11 Comuni dei Castelli Romani: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Rocca Priora, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Zagarolo, Colonna, Palestrina e, da poco, anche Rocca di Papa grazie a una nuova condotta idrica proveniente da Frascati.
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Un territorio che ospita decine di migliaia di abitanti e che, nei mesi estivi, vede crescere la popolazione a causa del turismo locale e del ritorno temporaneo dei residenti stagionali.
Il bacino del lago è quindi sottoposto a un duplice stress: da un lato, l’evaporazione accelerata dalle alte temperature, dall’altro, i continui prelievi per uso civile.
Tutto questo mentre si registra la totale assenza di piogge significative.
La politica prova a muoversi (con difficoltà)
Il 3 giugno 2025, presso la Regione Lazio si è tenuta una commissione congiunta Ambiente e Tutela del Territorio, convocata d’urgenza dai due consiglieri regionali Adriano Zuccalà (capogruppo M5S) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) per discutere la crisi idrica dei Castelli Romani e in particolare del Lago Albano.
All’incontro, però, mancavano alcuni dei principali attori coinvolti: il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, promotore del progetto di inceneritore a Santa Palomba, località che insiste sulla falda idrica dei Castelli; Acea, l’ente gestore del servizio idrico e principale soggetto a prelevare acqua dal lago; e persino il Vaticano, che da sempre utilizza l’acqua del bacino per le esigenze della residenza papale di Castel Gandolfo.
L’assenza di questi interlocutori ha impedito un confronto pieno e trasparente sulle scelte gestionali e sulle loro conseguenze idrogeologiche, lasciando aperti interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine dell’uso attuale del lago.
Estate rovente, crisi in vista
Del resto, le previsioni per l’estate 2025 parlano chiaro: si preannuncia una stagione tra le più calde degli ultimi anni.
Le riserve idriche superficiali, come il Lago Albano, subiranno perdite significative. Eppure, il sistema idrico locale sembra ancora fare affidamento su questo bacino, senza pianificare soluzioni alternative.
La mancanza di trasparenza sui dati, l’assenza di coordinamento tra istituzioni, e la crescente pressione antropica rischiano di portare il lago a un punto di non ritorno.
In gioco non c’è solo la sopravvivenza di un ecosistema, ma la sicurezza idrica di decine di migliaia di cittadini.
In attesa di risposte concrete, il livello dell’acqua continua a scendere. Nel silenzio istituzionale.
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