In gioco c’era una richiesta di risarcimento da 4,5 milioni di euro avanzata dal costruttore nei confronti del municipio per una lottizzazione mai decollata nell’area di Torvaianica Alta – Campo Jemini.
La società sosteneva di aver subito gravi danni economici per comportamenti omissivi e contraddittori dell’Amministrazione comunale di Pomezia.
Ma il TAR ha rigettato ogni pretesa, giudicando infondata la richiesta.
Una storia con aspetti ‘sconcertati’
La ‘guerra’ edile parte da lontano.
Era il 1987 quando l’area in questione veniva inserita dal Comune di Pomezia in una variante al Piano Regolatore Generale per il recupero di un nucleo edilizio spontaneo.
Seguì la redazione di un Piano Particolareggiato Esecutivo (PPE), ma il Comune di Pomezia non completò in tempo le procedure di esproprio.
Anni dopo, nel 2007, una sentenza del Consiglio di Stato ha imposto all’Amministrazione di Pomezia di ridefinire le destinazioni urbanistiche di quella stessa area.
Pochi mesi dopo, il 29 maggio 2007, la I.S.I. 2007 ha acquistato diverse particelle ricadenti all’interno di quel vecchio PPE mai realizzato, con l’intento di sviluppare un nuovo progetto edilizio.
Il Comune di Pomezia dimentica una delibera! Niente variante
Nel 2009, due delibere comunali (n. 16 e n. 63) sembravano finalmente dare il via alla riqualificazione edile dell’area. Il Comune ha attribuito destinazioni residenziali e commerciali a parte dei terreni acquistati dal costruttore.
Tuttavia, secondo quanto ricostruito dai giudici, il Comune di Pomezia avrebbe trasmesso alla Regione Lazio solo una delle due delibere (la n. 16), omettendo/dimenticando la seconda.
Di conseguenza, la variante urbanistica non fu mai pienamente approvata dalla Regione Lazio. Da lì, il caos.
Torvaianica, stop al cemento: il danno secondo il costruttore
Secondo la società, l’omessa trasmissione della delibera n. 63 avrebbe impedito la trasformazione di una particella da “servizi privati” a “commerciale”, causando un danno stimato in 800.000 euro.
A ciò si aggiungeva anche il rigetto della richiesta di includere un terreno agricolo di 10.000 mq nella perimetrazione del PPE, operazione che – con indice di fabbricabilità e valore di mercato – avrebbe generato un danno da 3,2 milioni di euro.
Infine, la società ha lamentato in Tribunale ritardi provocati da una successiva delibera del Comune di Pomezia (n. 33 dell’11 giugno 2015) che aveva annullato in autotutela la variante stessa, contribuendo secondo la ricorrente a generare un ulteriore danno di 500.000 euro.
La risposta del Comune di Pomezia in Tribunale
In Tribunale il Comune di Pomezia ha respinto ogni richiesta.
Non solo ha eccepito la tardività del ricorso rispetto ai termini previsti dalla legge (120 giorni), ma ha anche sottolineato la mancanza di prove concrete sul nesso causale tra i presunti danni e i comportamenti amministrativi.
Il Comune di Pomezia ha inoltre evidenziato che la società non ha mai presentato un progetto edilizio, né ha costituito il consorzio necessario per attivare il comparto, come previsto dalla normativa urbanistica.
Inoltre, è stato richiamato un precedente rilevante: la sentenza del TAR Lazio n. 17187/2024, che aveva già respinto un ricorso simile presentato da un altro operatore coinvolto nella stessa vicenda urbanistica.
La sentenza: richiesta respinta
Nella sentenza, il Tribunale ha richiamato i principi consolidati in materia di responsabilità extracontrattuale: il danno va provato, così come la condotta illecita e il nesso causale con il comportamento della Pubblica Amministrazione.
Secondo i giudici, la I.S.I. 2007 non ha fornito alcuna documentazione convincente a sostegno delle proprie pretese, né in relazione all’entità del danno, né alla presunta colpa del Comune.
Il TAR ha inoltre osservato che alcune delle delibere contestate non sono mai state impugnate formalmente, e che in nessun momento la società ha tentato di sollecitare l’Amministrazione a esercitare i poteri che oggi le rimprovera di non aver usato.
Un progetto mai nato
Al di là dei tecnicismi, resta il dato politico e urbanistico: una delle più grandi operazioni di recupero edilizio e lottizzazione mai decollata sul territorio di Pomezia si è trasformata in un contenzioso giudiziario durato quasi dieci anni.
Ma alla fine, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha sancito l’inesistenza di responsabilità in capo all’Amministrazione di Pomezia.
Nessun risarcimento. Nessun abuso. Solo un progetto immobiliare rimasto sulla carta. E una richiesta milionaria che si è dissolta nei faldoni della giustizia amministrativa.
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