Sei anni dopo l’avvio del procedimento, l’ultima ordinanza del Consiglio di Stato – datata 4 giugno 2025 – ha riportato alla luce il caso, ordinando al Comune di Ardea e all’Agenzia del Demanio di chiarire, entro 60 giorni, le ragioni del mancato esito del procedimento di definizione agevolata avviato ormai nel lontano dicembre 2020.
Un ricorso in sospeso dal 2019
Tutto parte dal ricorso contro il Comune di Ardea presentato dalla società che gestisce lo stabilimento. Il cuore della vicenda è la decadenza della concessione demaniale marittima che il Comune ha contestato per il mancato pagamento dei canoni.
La società, però, non è rimasta ferma e ha chiesto la riforma della sentenza del TAR Lazio, che inizialmente aveva dato ragione al Comune di Ardea.
Nel 2022, un primo importante passaggio: il Consiglio di Stato accoglie l’istanza della società e sospende il giudizio, in attesa della definizione agevolata prevista dal Decreto Agosto, che consente – per ridurre il contenzioso sui canoni demaniali – di sanare le posizioni pregresse con il versamento del 30% in un’unica soluzione, o del 60% in sei rate.
Domanda presentata, risposta mai arrivata
La società, come da normativa, ha presentato la domanda entro il 15 dicembre 2020. Ma da allora, tutto si è fermato. Nessun riscontro formale da parte del Comune di Ardea o dell’Agenzia del Demanio, e il procedimento di definizione agevolata è rimasto lettera morta.
Intanto il giudizio davanti al Consiglio di Stato è rimasto sospeso, in attesa di un provvedimento che non è mai arrivato.
Nell’udienza straordinaria del 4 giugno 2025, il giudice ha preso atto del perdurante silenzio delle amministrazioni coinvolte. Nonostante il tempo trascorso – quasi cinque anni dalla presentazione dell’istanza – non è stata fornita alcuna comunicazione ufficiale sulla conclusione (positiva o negativa) della procedura.
Il Consiglio di Stato chiede chiarezza
Con l’ultima ordinanza, il Consiglio di Stato ha imposto al Comune di Ardea e all’Agenzia del Demanio di fare chiarezza nella vicenda che coinvolge lo stabilimento. Entro 60 giorni dovranno depositare una relazione che spieghi se il procedimento sia stato concluso e, se no, perché non è stato possibile farlo.
Una richiesta che suona come un richiamo alla responsabilità amministrativa, a fronte di un contenzioso che ha ormai superato ogni ragionevole durata.
In attesa del 3 dicembre
La prossima udienza pubblica è stata fissata al 3 dicembre 2025, ancora nell’ambito dello “smaltimento dell’arretrato”.
Ma resta da capire se per quella data arriveranno finalmente le risposte richieste o se l’odissea continuerà, sospesa tra burocrazia e inerzia amministrativa.
Nel frattempo, la concessione resta formalmente contestata, e l’attività dello stabilimento di Ardea è appesa a un filo.
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