Il rilascio dei 200 esemplari giovanili di astice europeo è avvenuto il 17 giugno in collaborazione con la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto ed il Comune di Ponza.
Ad immergersi nelle acque di Ponza per rilasciare i giovani esemplari di astice europeo sono stati i sommozzatori della Guardia di Finanza. Il rilascio degli astici è avvenuto presso la suggestiva Secca delle Formiche.
Le operazioni sono state realizzate con una cornice di sicurezza garantita dalle unità navali con il contributo della locale Tenenza.
Questo dispiegamento integrato ha garantito la piena sicurezza delle attività subacquee, svolte in un’area di elevato pregio ambientale.
L’iniziativa ha rappresentato un modello di sinergia tra ricerca scientifica, amministrazioni locali e forze di polizia, volto a promuovere pratiche di gestione sostenibile degli ecosistemi marini.
Il programma scientifico di ripopolamento dell’astice
L’intervento di ripopolamento delle acque di Ponza con esemplari di astice europeo si inserisce in un più ampio programma di ricerca scientifica. Il programma è mirato alla ricostituzione di popolazioni naturali vitali in habitat storicamente idonei.
Il Progetto Astici del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche (DEB) dell’Università della Tuscia è nato quasi vent’anni fa. Nasce dalla constatazione che le popolazioni di molte specie marine sono in forte declino a causa degli impatti di attività antropiche come la pesca eccessiva, spesso illegale, la distruzione degli habitat costieri, l’inquinamento.
Grazie al Progetto Astici sono state messe in atto operazioni di ripopolamento che hanno permesso di rilasciare circa 15.000 giovani astici negli ultimi 5 anni.
L’ultimo rilascio in mare di giovani esemplari di astice nell’ambito del Progetto Astici è proprio quello avvenuto nelle acque di Ponza.
I giovani astici utilizzati per il ripopolamento vengono prodotti negli impianti di acquacoltura sperimentale del Centro Ittiogenico Marino Sperimentale (CISMAR) delle Saline di Tarquinia.
Il progetto di ripopolamento prevede non solo l’introduzione controllata della specie, ma anche un sistema strutturato di monitoraggio a lungo termine basato su indicatori ecologici, genetici e demografici al fine di valutare l’efficacia dell’azione di ripopolamento e orientare future politiche di conservazione basate su evidenze scientifiche.
L’astice europeo in declino a causa della sovrapesca
L’astice europeo (Homarus gammarus) è uno dei crostacei più iconici dei mari italiani.
Diffuso dall’Atlantico nord-orientale al Mediterraneo, abita prevalentemente fondali rocciosi e sabbiosi, da pochi metri fino a 150 metri di profondità.
Gli individui possono raggiungere anche i 50 cm di lunghezza e un peso superiore ai 5 kg.
In Italia, le popolazioni di astice sono in declino a causa della sovrapesca, dovuta anche alla pesca illegale di individui sotto la taglia minima (30 cm) e al prelievo durante la riproduzione.
Alcuni stati, come la Francia e l’Italia, hanno introdotto limiti di cattura, chiusure stagionali e regolamentazioni per la protezione delle femmine ovigere.
In parallelo progetti di ripopolamento, come quello di Ponza, con il rilascio di giovani esemplari di astice allevati in cattività hanno mostrato risultati positivi nel ripristino delle popolazioni locali.
Astice a aragosta: non sono parenti
Al contrario di quanto spesso si crede, l’astice non è strettamente imparentato con l’aragosta.
Astice e aragosta, pur essendo entrambi crostacei decapodi, appartengono a famiglie e ordini diversi.
L’astice fa parte della famiglia Nephropidae, mentre l’aragosta fa parte dei Palinuridae. Per fare un esempio, fra queste due specie intercorre lo stesso grado di parentela che c’è tra l’uomo e il tarsio, un genere di piccoli primati.
La differenza più evidente tra astice e aragosta è che l’astice possiede grandi chele, assenti nell’aragosta, che ha invece lunghe antenne e un carapace spinoso.
La presentazione pubblica dell’iniziativa a Ponza
La presentazione pubblica dell’iniziativa di ripopolamento dell’astice a Ponza si è svolta martedì 17 giugno presso la sala polifunzionale “Carlo Pisacane”.
Sono intervenuti: il Sindaco di Ponza, Francesco Ambrosino, il Prof. Daniele Canestrelli, Direttore del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche dell’Università della Tuscia; il Tenente di Vascello Dario Nicosia, Comandante della Capitaneria di Porto di Ponza, il Colonnello Marchetti Giovanni, Comandante del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina e il Capitano Gabriele Cusato, Comandante della Sezione Operativa Navale Gaeta.
Nel suo intervento, il Prof. Canestrelli ha sottolineato il valore scientifico dell’iniziativa, ringraziando il Generale di Divisione Mariano La Malfa, Comandante Regionale Lazio della Guardia di Finanza, per il sostegno strategico e logistico fornito al progetto.
Un ringraziamento particolare è stato inoltre espresso nei confronti dell’ex Generale C.A. Edoardo Valente, già Comandante in seconda della Guardia di Finanza e del Prof. Enrico Maria Mosconi, delegato dell’Ateneo per il Polo universitario di Civitavecchia, presenti in sala, per il contributo scientifico e istituzionale reso alla realizzazione dell’iniziativa.
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