Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto il ricorso di un’associazione di volontariato ambientale, operativa anche in provincia di Latina, che chiedeva l’approvazione di distintivi da assegnare alle proprie guardie ambientali zoofile e ittiche.
Alla base del diniego, secondo i giudici, l’eccessiva somiglianza con le insegne in uso alle forze dell’ordine, in particolare Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
L’organizzazione di volontariato è attiva dal 2005 nel settore della tutela ambientale e sanitaria ed opera con varie iniziative anche in provincia di Latina.
L’associazione aveva presentato istanza alla Questura di Roma per ottenere, ai sensi dell’art. 254 del Regio Decreto n. 635/1940, l’approvazione di divise e distintivi per il proprio personale volontario.
Tra i simboli proposti figurava un distintivo dorato con elementi grafici e cromatici che, secondo i pareri espressi da vari organi istituzionali, risultavano “sovrapponibili” o comunque “troppo simili” a quelli già utilizzati da militari e poliziotti in servizio.
Design “inappropriato”
Nonostante alcuni pareri favorevoli – come quello del Comando militare della Capitale – Ministero dell’Interno, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria hanno espresso riserve significative. Hanno infatti giudicato il design proposto inadatto proprio per la possibile confusione con simboli ufficiali dello Stato.
In particolare, è stato sottolineato che la foggia del distintivo e l’uso della “corona turrita” richiamano elementi propri delle forze armate e di polizia.
La Questura di Roma, sulla base di tali indicazioni, aveva respinto l’istanza, motivando il diniego con l’assenza di modifiche sostanziali da parte dell’associazione nonostante un preavviso in tal senso.
La proposta di aggiungere al distintivo la dicitura “Associazione di volontariato” per chiarire la natura non istituzionale dell’ente non è stata accolta dall’interessata, che ha preferito impugnare il provvedimento dinanzi al TAR.
Ma la prefettura di Latina aveva detto sì al distintivo delle guardie ambientali
Un elemento di rilievo nel ricorso riguardava l’approvazione, in un precedente analogo, da parte della Prefettura di Latina. L’associazione ha lamentato una disparità di trattamento, sostenendo che i distintivi contestati erano già stati accettati da un’altra amministrazione territoriale.
Il Tribunale, tuttavia, ha chiarito che l’eventuale approvazione da parte della Prefettura di Latina non è di per sé determinante.
Secondo consolidata giurisprudenza, infatti, per configurare una disparità di trattamento illegittima, è necessario dimostrare “l’identità assoluta della situazione considerata”, circostanza non dimostrata nel caso specifico.
Anzi, la documentazione prodotta non ha permesso di verificare né la data né il contenuto completo dei pareri precedenti.
I giudici hanno inoltre ribadito che l’invito della Questura ad aggiungere la dicitura “Associazione di volontariato” era una misura ragionevole. Lo scopo era tutelare la chiarezza e la distinzione tra attività volontarie e compiti istituzionali delle forze dell’ordine.
In conclusione, il TAR ha ritenuto legittimo il rigetto dell’istanza da parte della Questura di Roma. Ha inoltre confermato che il potere discrezionale dell’amministrazione, esercitato per evitare confusioni simboliche con le forze di polizia, non risulta viziato da errori o irragionevolezze.
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