Finalmente si muove qualcosa dopo anni di immobilismo e costi a carico della collettività. Il sito industriale dismesso “ex Kema” di Pomezia, una vera bomba ecologica, si avvia verso la bonifica.
Il Comune di Pomezia ha dato il via libera al Piano di Caratterizzazione Ambientale, ossia di abbattimento del sito e relativa bonifica.
L’avvio dei lavori è atteso entro l’estate 2025.
Pomezia, il lungo calvario dell’ex ecomostro finisce: via alla bonifica
L’ex stabilimento chimico Kema, situato a due passi dalla Laurentina, abbandonato dal 1987 e per lungo tempo simbolo di degrado e pericolo ambientale, è finalmente al centro di un piano di bonifica e recupero.
Un passo atteso da oltre 38 anni, con un costo previsto di 2,5 milioni di euro finanziati dalla Regione Lazio, dopo che le casse pubbliche hanno già sborsato oltre un milione e mezzo per interventi di messa in sicurezza parziale.
La vicenda è un triste esempio di come l’inquinamento, spesso, diventi un fardello per i cittadini.
Il percorso burocratico, poi la vittoria del comune di Pomezia sull’ecomostro
Il sito “ex Kema Industria Chimica S.r.l.”, situato in Via delle Pesche 11 a Pomezia, rappresenta da decenni una ferita aperta per il territorio e un potenziale rischio per la salute pubblica.
La storia dell’abbandono e dell’inquinamento di quest’area è iniziata ufficialmente il 21 dicembre 2001, quando un’ordinanza del Commissario Straordinario imponeva al proprietario, ritenuto responsabile dell’inquinamento, di intervenire con immediate misure di messa in sicurezza dei rifiuti.
Tuttavia, l’ordine rimase lettera morta. Già il 2 febbraio 2002, la Polizia Municipale accertava l’inottemperanza.
Di fronte all’inerzia del responsabile, il Comune di Pomezia si è trovato costretto a intervenire in danno, anticipando risorse pubbliche. Il 28 febbraio 2003, un primo contratto ha visto la spesa di 1.077.583,20 euro per la classificazione e la messa in sicurezza dei rifiuti.
Dieci anni dopo, il 26 luglio 2013, un ulteriore appalto ha consentito la rimozione parziale di 119,424 tonnellate di sostanze altamente pericolose – cancerogene, teratogene, mutagene ed esplosive – su un totale stimato di circa 520 tonnellate originarie.
Questo intervento è costato altri 341.045,51 euro alle casse comunali. Un fardello economico significativo, sostenuto dalla comunità locale.
La svolta giudiziaria, il Comune di Pomezia procede
La vicenda ha avuto risvolti giudiziari che hanno contribuito a sbloccare, seppur con lentezza esasperante, la situazione.
Il 15 febbraio 2010, è stata pronunciata una sentenza irrevocabile contro il signor R. O., diventata definitiva il 27 giugno 2010. Solo all’inizio del 2020, dopo anni di stallo, l’area è stata dissequestrata e affidata al Comune di Pomezia.
Questo ha permesso di riprendere, con un nuovo slancio, le attività volte alla messa in sicurezza e alla caratterizzazione ambientale del sito.
A seguito di questa nuova disposizione, nel febbraio 2020, gli Uffici Tecnici comunali, in collaborazione con Arpa Lazio, ASL Roma 6 e Vigili del Fuoco, hanno condotto nuove ricognizioni.
Da queste ispezioni sono scaturite precise direttive per la bonifica, approvate dal Comune di Pomezia con Deliberazione di Giunta Comunale l’11 maggio 2021.
Nonostante le nuove intimazioni al responsabile, la sua mancata adozione delle misure richieste ha portato, l’1 marzo 2022, alla determinazione del Comune di Pomezia di proseguire con gli interventi d’ufficio.
Successivamente, il 15 dicembre 2022, un’ispezione congiunta ha portato al prelievo di campioni di acque sotterranee e terreno, culminata, il 12 gennaio 2023, nella notifica di potenziale contaminazione da parte di Arpa Lazio.
Finanziamento dalla Regione Lazio, via al piano di bonifica dell’ex ecomostro di Pomezia
La svolta decisiva, sul piano economico, è arrivata il 27 gennaio 2023, con la Determinazione della Regione Lazio che ha concesso al Comune di Pomezia un finanziamento di 2.500.000,00 euro per le opere di ripristino ambientale dell’ex Kema.
Un passo fondamentale, che ha permesso di sbloccare risorse necessarie per un intervento di tale portata.
Tuttavia, l’erogazione del finanziamento è stata subordinata al rispetto di specifiche tempistiche procedurali e alla presentazione di un atto di impegno da parte del Comune di Pomezia, oltre alla rendicontazione delle attività già intraprese.
Via libera alla bonifica, ma prima…
Il Comune di Pomezia tra le carte ha specificato che, prima di dare piena esecuzione al Piano di Caratterizzazione, sarà necessario procedere con la rimozione di tutte le “sorgenti primarie di contaminazione” attualmente individuate nel sito.
Questo include l’amianto presente nella copertura del capannone, i rifiuti ancora stoccati all’interno, i serbatoi interrati esterni e le acque reflue accumulate in una vasca.
Solo dopo queste operazioni preliminari, che prevedono anche la realizzazione di una nuova copertura in sostituzione di quella in amianto, gli operatori potranno accedere in sicurezza a tutte le aree del capannone e alle pertinenze esterne per le successive e più approfondite operazioni di ripristino ambientale.
È una corsa contro il tempo, ma anche una dimostrazione di metodo rigoroso, per garantire che l’intervento sia efficace e duraturo.
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