Un ampliamento abusivo a uso residenziale, realizzato senza alcuna autorizzazione, è costato caro a un cittadino di Velletri.
Dopo aver ricevuto l’ordine di demolizione, l’uomo ha scelto di non ottemperare a quanto imposto dall’amministrazione veliterna e ha mantenuto intatta la parte irregolare della casa di sua proprietà.
Il Comune di Velletri, anziché procedere con l’abbattimento coattivo, ha optato – almeno per il momento – per l’applicazione di una sanzione economica di 20.000 euro.
Una decisione che trova fondamento nell’articolo 31, comma 4-bis, del Testo Unico sull’Edilizia (D.P.R. 380/2001), e nella legge regionale n. 15 del 2008, che prevedono sanzioni pecuniarie per chi ignora l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi.
Da segnalare che il Comune di Velletri non aveva alcuna discrezionalità in relazione all’applicare o no tale sanzione. Recita infatti lo stesso articolo 31 del DPR 380/2001:
La mancata o tardiva emanazione del provvedimento sanzionatorio, fatte salve le responsabilità penali, costituisce elemento di valutazione della performance individuale nonché di responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente.
Il caso è finito davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, dove il ricorso del cittadino contro la sanzione è stato respinto in toto.
Velletri, maxi multa contro la casa parzialmente abusiva
Dopo aver emesso l’ordinanza di demolizione, il Comune di Velletri ha scelto un approccio diverso: non ha ordinato l’abbattimento forzato, ma ha imposto una multa salata per la mancata esecuzione dell’ordine relativo all’abuso della casa.
Una scelta dettata anche dalla complessità strutturale dell’intervento: secondo un sopralluogo tecnico — la cui data non è stata resa nota — la parte abusiva risultava fusa con la struttura originaria, al punto da richiedere indagini approfondite per valutarne la possibile rimozione senza danni alla parte regolare dell’edificio.
Tuttavia, questo non ha impedito al Comune di Velletri di andare avanti con l’azione sanzionatoria. Per l’amministrazione, infatti, l’illecito resta, e l’omessa demolizione è una violazione autonoma e punibile.
Il giudizio del TAR sull’abuso
Il TAR del Lazio ha confermato la posizione del Comune di Velletri, giudicando infondate le contestazioni avanzate dal proprietario.
Il collegio ha chiarito che la sanzione pecuniaria in questi casi non è facoltativa, ma uno strumento coercitivo previsto dalla legge per indurre i responsabili degli abusi a rimuoverli. Il fatto che l’abuso sia strutturalmente integrato alla parte legittima dell’edificio non esonera dall’obbligo di rispettare la normativa.
Secondo i giudici, la responsabilità delle conseguenze della demolizione, anche se potenzialmente dannose per la struttura regolare, ricade sul trasgressore.
Scrive infatti il Tribunale amministrativo:
La parte abusiva dell’immobile comunque avrebbe potuto essere demolita, ricadendo invero sul responsabile dell’abuso le possibili conseguenze negative che il ripristino dello status quo ante potrebbero comportare sulla parte non abusiva dell’immobile, anche in termini di approntamento di tutte le cautele necessarie, onde far fronte ai potenziali pregiudizi che la stessa demolizione potrebbe cagionare alla porzione da non demolire.
Cioè, è compito del proprietario predisporre tutte le misure necessarie per evitare danni e procedere comunque alla rimozione della parte abusiva.
Nessun effetto dalla sanatoria
Il tentativo di ottenere una sanatoria edilizia, presentato nel corso del procedimento, si è rivelato inutile.
Il Comune di Velletri ha infatti ritenuto inammissibile la richiesta, attivando il meccanismo del silenzio-diniego per mancanza di documentazione sufficiente. Questo ha definitivamente precluso qualsiasi possibilità di regolarizzare l’abuso.
Il TAR ha quindi escluso che la richiesta di sanatoria potesse avere effetti sospensivi sulla sanzione già notificata, giudicando corretto l’operato dell’amministrazione.
Il pagamento della sanzione, inoltre, non è da intendersi come una specie di sanatoria che consente al cittadino di mantenere l’abuso. Restano tutti gli obblighi di sanarlo.
Un messaggio chiaro contro gli abusi
Il caso di Velletri assume un valore esemplare per altri Comuni del Lazio e non solo.
La sentenza ribadisce che ignorare un ordine di demolizione comporta conseguenze economiche pesanti, anche quando l’amministrazione decide di non intervenire con mezzi diretti.
La multa da 20.000 euro diventa così lo strumento alternativo con cui i Comuni possono colpire efficacemente chi costruisce al di fuori delle regole. Un messaggio chiaro: gli abusi edilizi non resteranno impuniti, anche se le ruspe non entrano in azione.
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