Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio con una sentenza che ha accolto il ricorso presentato dal colosso del fotovoltaico T&C International S.r.l. contro l’esclusione dalla gara europea bandita da Aeroporti di Roma S.p.A.: quindi l’esclusione della T&C International S.r.l. è stata annullata dai giudici, la società è stata riaccolta nella gara pubblica.
La decisione giudiziaria ha annullato il provvedimento con cui, il 9 aprile scorso, la società era stata esclusa dalla procedura per presunta insufficienza della produttività attesa del proprio impianto, ritenuta inferiore al minimo richiesto. Ma per il TAR, quella soglia non era affatto così inderogabile.
Quel “circa” cambia tutto per il fotovoltaico all’aeroporto di Ciampino
Al centro del contenzioso, un dato tecnico: la producibilità dell’impianto solare. Secondo i documenti di gara, l’energia prodotta nel primo anno avrebbe dovuto essere pari a “circa 4.220 MWh”.
La proposta tecnica di T&C International si attestava invece su 4.056 MWh/anno, spingendo la stazione appaltante a dichiarare l’offerta tecnicamente inadeguata e a procedere all’esclusione automatica.
Il TAR ha però stabilito che la formulazione del bando – in particolare l’uso dell’avverbio “circa” – non fissava un limite rigido.
L’assenza di una forbice numerica e la genericità dell’indicazione non potevano giustificare l’esclusione. In altri termini, per i giudici l’offerta della società ricorrente era tecnicamente valida, sebbene leggermente al di sotto della soglia indicata nei documenti.
Documentazione tecnica sui pannelli sotto accusa
Non solo la soglia di 4.220 MWh non era vincolante, secondo il Tribunale anche la documentazione tecnica di gara presentava ambiguità e carenze, tali da generare incertezza tra i concorrenti.
Il bando non specificava con quale banca dati effettuare i calcoli di produttività, aprendo la strada a risultati diversi in base al sistema utilizzato (PVGIS o Meteonorm). Questo difetto di chiarezza, sottolinea il TAR, ha minato i principi di par condicio e trasparenza, mettendo gli operatori in condizioni diseguali.
Secondo il giudizio espresso, i criteri di valutazione non potevano essere interpretati in maniera restrittiva o arbitraria da parte della stazione appaltante, che invece ha escluso un operatore sulla base di un requisito mai chiaramente definito come imprescindibile.
Una maxi-commessa sbloccata
La gara ora può proseguire con la riammissione di T&C International.
Il progetto in questione riguarda uno dei più imponenti interventi di conversione energetica nel settore aeroportuale nazionale. Con una capacità produttiva attesa di oltre 4.200 MWh/anno, l’impianto rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione delle infrastrutture gestite da Aeroporti di Roma.
Per capire di che impianto stiamo parlando, possiamo dire che l’energia elettrica che produce può soddisfare il fabbisogno di circa 1.500 abitazioni residenziali (consumo medio stimato per la famiglia media italiana tra i 2.000 ed i 3.600 kWh all’anno).
Il sito interessato è quello dell’aeroporto di Ciampino, nodo strategico dell’aviazione civile e militare nel Lazio.
L’obiettivo dichiarato è trasformare una parte dell’area aeroportuale in un polo energetico verde, capace di soddisfare gran parte del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili.
Condannata Aeroporti di Roma alle spese
La sentenza ha anche disposto la condanna di Aeroporti di Roma S.p.A. al pagamento delle spese legali, per un importo pari a 1.500 euro, da versare alla società ricorrente.
Un esito che conferma la fondatezza delle contestazioni mosse e segna un punto fermo sul principio della chiarezza e certezza nei bandi pubblici.
La partita però non si chiude qui: la realizzazione dell’impianto dovrà ora passare per le prossime fasi della gara. Ma con la sentenza del TAR, una cosa è certa: l’impianto fotovoltaico di Ciampino si farà. E sarà uno dei più grandi nel suo genere.
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