Ad Albano la politica fa una cosa, la realtà ne fa un’altra. Lunedì 17 giugno 2025, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un provvedimento urgente che imponeva lo stop immediato a tutte le nuove installazioni di antenne e tralicci per la telefonia mobile, oltre alla sospensione delle modifiche agli impianti esistenti.
Stamattina, al contrario, i residenti dell’area vasta attorno via Valle Pozzo hanno notato mezzi e operai sono al lavoro per innalzare il maxi pilone per la telefonia mobile.
Un atto forte, nato dalla crescente preoccupazione dei cittadini e da settimane di proteste sui rischi sanitari, ambientali e paesaggistici legati alla proliferazione selvaggia degli impianti di telecomunicazione.
In sostanza, non c’è stato nemmeno il tempo di verbalizzare la delibera del Consiglio comunale di due giorni fa, che già in via di Valle Pozzo sono arrivati camion, operai e mezzi pesanti.
Il loro obiettivo? Installare un maxi traliccio alto 30 metri, uno di quelli esplicitamente citati nel documento consiliare tra i “siti da sottoporre a riesame urgente” e i cui titoli di autorizzazione avrebbero dovuto essere “sospesi”, così riportano le carte comunali che abbiamo potuto visionare.
Albano, cantiere aperto a Valle Pozzo
Proprio oggi, alle prime luci dell’alba, i residenti della zona hanno notato un insolito via vai nei pressi del terreno interessato. In poche ore, il cantiere ha preso forma.
I lavori per il nuovo impianto sono ufficialmente iniziati, incuranti della sospensione decisa appena il giorno prima.
Vigili urbani, allertati dai cittadini, si sono recati sul posto per verificare quanto stesse accadendo.
Hanno potuto solo constatare che tutto risultava, almeno sulla carta, in regola: autorizzazioni con timbri e firme, tutte risalenti a prima della delibera del Consiglio comunale.
Una corsa contro il tempo, evidentemente calcolata con precisione. Il cantiere era pronto a partire nonostante la decisione politica, ignorando di fatto l’ordine democraticamente espresso dal massimo organo cittadino.
Il caso Valle Pozzo tra i siti “attenzionati” dal Consiglio comunale di Albano
Il traliccio di Valle Pozzo non è uno qualunque. È uno dei due siti specificamente menzionati nel documento votato dal Consiglio comunale il 17 giugno.
L’altro è quello di via Primo Maggio, anch’esso inserito in una lista di luoghi per i quali era prevista una verifica documentale approfondita.
Non solo: la mozione imponeva la sospensione con effetto immediato di ogni iter autorizzativo in corso, una clausola che avrebbe dovuto congelare anche i cantieri in partenza.
La realtà, però, racconta un’altra storia: il traliccio di Valle Pozzo è già in fase di installazione, ed è difficile immaginare che a questo punto il cantiere venga fermato senza uno scontro legale e istituzionale.
La sfida tra Albano e interessi privati
Il caso solleva questioni pesanti sul piano democratico e giuridico. Chi ha il potere di decidere per il territorio? Il Consiglio comunale, eletto dai cittadini, o le società private che operano nel settore della telefonia mobile, spesso attraverso subappalti e autorizzazioni che sfuggono al controllo pubblico?
A fare le spese di questa ambiguità istituzionale sono i residenti, che si ritroveranno a breve a convivere con una struttura alta come un palazzo di dieci piani.
Prossime mosse: lo scontro è aperto
Il cantiere è ormai una realtà visibile. Ma la partita è tutt’altro che chiusa. Si attendono ora azioni formali da parte dell’amministrazione, che potrebbe decidere di impugnare le autorizzazioni, presentare esposti o fare ricorso alla giustizia amministrativa.
Nel frattempo, monta la protesta dei cittadini, che chiedono chiarezza e rispetto delle decisioni istituzionali.
Il maxi traliccio di Valle Pozzo è diventato il simbolo di un conflitto più ampio tra diritto, potere locale e interessi industriali. Un’antenna alta 30 metri che, prima ancora di trasmettere segnali, ha già acceso un allarme politico difficile da ignorare.
AGGIORNAMENTO:
Albano, stop al maxi traliccio telefonico: il Comune ci ripensa e ferma il cantiere
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