All’ora di pranzo, quest’oggi venerdì 20 giugno 2025, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, l’architetto Marco Di Stefano, ha firmato un’ordinanza di sospensione immediata e urgente dei lavori, e già notificata ai proponenti dalla Polizia Locale albanense, bloccando l’intervento avviato dalla società Invitt Spa, con sede a Milano.
Il provvedimento impone un fermo di sessanta giorni, durante i quali il Comune verificherà la correttezza delle autorizzazioni rilasciate per l’opera.
Albano, la denuncia dei cittadini ha acceso i riflettori: stop al maxi traliccio di via Valle Pozzo
A far scattare l’intervento degli uffici comunali è stata la mobilitazione dei residenti, che già nelle prime ore della giornata hanno denunciato pubblicamente, anche attraverso i media locali, l’avvio del cantiere.
La preoccupazione principale riguarda l’impatto visivo e ambientale dell’imponente struttura, un traliccio di grandi dimensioni destinato a supportare apparati di telecomunicazione.
Il timore di un nuovo mostro di acciaio a ridosso delle abitazioni ha alimentato un clima di forte tensione, portando all’attenzione pubblica un progetto che in molti ignoravano fosse in procinto di essere realizzato.
Del resto, lunedì scorso il Consiglio comunale aveva bloccato con effetto immediato la nascita di ogni nuovo traliccio sul territorio comunale, fino all’approvazione del nuovo Piano antenne, e in particolare acceso un focus proprio sul caso del traliccio di Valle Pozzo.
Dubbi sulle autorizzazioni rilasciate da Albano sul traliccio
L’ordinanza firmata oggi evidenzia la necessità di effettuare una verifica approfondita delle autorizzazioni rilasciate per l’installazione del traliccio.
Non è ancora chiaro se le carte in possesso della società milanese siano complete e regolari, ma la rapidità del provvedimento di sospensione lascia intuire la presenza di criticità nei procedimenti amministrativi.
Il Comune ha ora due mesi di tempo per esaminare tutta la documentazione, chiarire eventuali irregolarità e decidere se revocare o confermare il via libera al progetto.
Una battaglia simbolica contro l’urbanizzazione selvaggia
Il caso del traliccio di via di Valle Pozzo si inserisce in un contesto più ampio, che vede sempre più spesso i territori periferici del Lazio diventare teatro di interventi invasivi, spesso calati dall’alto senza un reale confronto con le comunità locali.
Per molti cittadini, lo stop imposto dal Comune rappresenta una prima vittoria contro la logica della cementificazione e della privatizzazione dello spazio urbano, dove interessi economici sembrano prevalere sull’interesse collettivo e sull’identità del paesaggio.
Il Comune di Albano sotto pressione, si attende un’indagine completa entro 60 giorni
Ora l’amministrazione comunale è chiamata a fornire risposte chiare. Nei prossimi sessanta giorni sarà fondamentale comprendere chi ha concesso le autorizzazioni, con quali presupposti e se siano stati rispettati tutti i passaggi normativi.
In ballo c’è la credibilità degli uffici tecnici, ma anche la fiducia dei cittadini in un Comune spesso percepito come distante dai reali bisogni del territorio. Intanto, il traliccio resta un simbolo fisico – seppur ancora incompiuto – di una battaglia urbanistica che ad Albano è appena cominciata.
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