Il ponticello sull’Anagnina, all’altezza del chilometro 7+300 nel territorio di Grottaferrata, continua a essere purtroppo un simbolo delle lentezze burocratiche e delle inefficienze amministrative.
La vicenda ha origine da una prima sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio del 2014, che imponeva all’ANAS la rimozione di una briglia e della relativa tubazione costruite in corrispondenza di un vecchio ponticello.
Una misura necessaria per ripristinare la pertinenza stradale e sanare una situazione urbanistica controversa che provoca l’allagamento del locale centro abitato.
Nonostante la sentenza fosse chiara, l’esecuzione dei lavori ha subito numerosi rallentamenti, culminando in un recente ricorso presentato da un cittadino residente in zona, P. M., per chiedere l’esecuzione del giudicato e il risarcimento dei danni causati dalla mancata esecuzione.
Grottaferrata, il Commissario e la proroga dei tempi
A distanza di anni, solo nel gennaio 2025 il Commissario incaricato dal TAR ha richiesto una proroga di 120 giorni, per completare il collaudo e depositare la relazione finale, precedentemente fissata al 30 gennaio 2025.
Il ritardo, giustificato in udienza il 2 aprile 2025, è stato ufficialmente ‘superato’ con la consegna della documentazione conclusiva il 15 maggio 2025.
Questa proroga conferma quanto siano lunghi e tortuosi i percorsi amministrativi anche quando le decisioni della magistratura sono definitive e vincolanti.
Gli extra costi del ponticello di Grottaferrata ricadono sulla Città Metropolitana
Oltre al danno del ritardo, è arrivata anche la beffa dei costi.
Il Tribunale di recente ha deciso che sarà la Città Metropolitana di Roma Capitale a dover coprire integralmente le spese relative all’intervento del Commissario ad acta. La somma liquidata ammonta a 9.730 euro, suddivisa tra compensi tecnici per attività edilizia, verifica di conformità e vacazioni.
Il pagamento dovrà avvenire entro 45 giorni dalla comunicazione dell’ordinanza, aggravando il bilancio di un ente già sottoposto a pressioni finanziarie e chiamato a gestire un ampio territorio.
Lavori finiti, ma con molti interrogativi
Secondo la relazione del Commissario, l’esecuzione dei lavori sarebbe sul punto di essere portata a termine. Tuttavia, restano dubbi e malumori.
Il ricorrente ha manifestato riserve sul modo in cui i lavori stati condotti e sulla durata eccessiva del procedimento, pur senza formalizzare un incidente di esecuzione. Ma si è dichiarato pronto a chiedere i danni agli Enti pubblici trascinati in giudizio.
Le questioni sollevate, benché non abbiano avuto impatto diretto sull’attuale decisione del Tribunale, potrebbero aprire nuovi fronti giudiziari in futuro, in particolare per eventuali richieste di risarcimento danni legate alla lentezza dell’azione amministrativa.
Una storia emblematica di gestione ‘ballerina’
La vicenda del ponticello sull’Anagnina è l’ennesima dimostrazione di come decisioni giudiziarie chiare possano impantanarsi per anni nei meandri della burocrazia. Oltre due decenni per portare a compimento una sentenza che chiedeva semplicemente di rimuovere un’opera abusiva e ripristinare una situazione di legalità.
A rimetterci, oltre al tempo e alla fiducia dei cittadini, sono le casse pubbliche, costrette ora a far fronte a spese che potevano essere evitate con una gestione più rapida ed efficiente. Un caso esemplare, purtroppo, di come la giustizia e l’amministrazione spesso procedano su binari paralleli che raramente si incontrano.