La proposta di legge, che porta la firma del senatore pontino di Forza Italia Claudio Fazzone, introduce il divieto di prostituirsi e di adescare i clienti «nelle pubbliche vie», ma consente la prostituzione soltanto nei luoghi specificamente autorizzati.
La nuova legge sulla prostituzione (che parte da Latina)
Lo scorso 5 giugno il senatore della provincia di Latina ha pubblicamente presentato solo il titolo della proposta «Disposizioni in materia di esercizio della prostituzione» sul sito ufficiale del Senato della Repubblica.
Si attende ora il testo completo del Disegno di legge, annunciato nella seduta del 10 giugno 2025, ma chi ha potuto visionare la bozza del provvedimento, composta da ben 20 articoli, ha sottolineato i principali punti caratterizzanti del disegno di legge:
la riapertura delle case di prostituzione, che potranno essere gestite da società, cooperative o ditte individuali;
il divieto assoluto di esercizio della prostituzione e di adescamento nelle pubbliche vie;
l’obbligo di autorizzazione da parte dell’autorità di pubblica sicurezza per l’esercizio regolare dell’attività di escort;
l’autorizzazione sanitaria, rilasciata dalla ASL territorialmente competente, per i locali e le strutture in cui si esercita l’attività, che dovranno rispettare gli standard igienici e di idoneità fissati dal Ministero della Salute in un apposito decreto;
la registrazione obbligatoria dei siti web che pubblicizzano prestazioni di sex working, con relative tasse sul reddito imponibile prodotto;
una formazione obbligatoria per i lavoratori e le lavoratrici (inclusi corsi di igiene, sicurezza, primo soccorso, psicologia);
l’età minima fissata a 21 anni e massima di 65 per poter esercitare la professione, o il mestiere, di sex worker;
l’obbligo di apertura della partita IVA e iscrizione alla previdenza per gli autonomi (su questo il Fisco aveva giocato d’anticipo, introducendo ufficialmente, dal 10 aprile scorso, il nuovo codice ATECO 96.99.92 relativo ai “Servizi di incontro ed eventi simili”).
Nasce il “sex worker”, lavoratore/trice del settore prostituzione
L’obiettivo è quello di tutelare i sex worker, i lavoratori e le lavoratrici del sesso, contrastare lo sfruttamento della prostituzione e regolare dal punto di vista normativo un fenomeno che l’Istat stima valga 4,7 miliardi di euro nel 2025 (+4% rispetto al 2024), e intervenire anche sulla crescente attività online.
Particolare attenzione è dedicata ai diritti dei lavoratori autonomi in questo particolare settore, inclusa la previsione di strumenti di welfare e il diritto all’oblio per chi cessa l’attività, in modo da evitare di essere “bollato” a vita come sex worker.
Carcere e multe a chi obbliga alla prostituzione
Resta illegale lo sfruttamento della prostituzione. Chi obbliga qualcuno a prostituirsi rischia una condanna da 6 a 12 anni e fino a 400mila euro di multa. Le pene sono le stesse sia che il danneggiato sia italiano che provenga dall’estero.
La proposta del senatore di Latina
Claudio Fazzone è un senatore di Forza Italia, eletto in provincia di Latina. La Lega ha fatto sapere di sostenere l’iniziativa del senatore di Latina sulla regolamentazione della prostituzione, che è in linea con le posizioni storiche espresse dal partito.
Per conoscere i particolari bisogna attendere ora che venga portato in aula al Senato.
La legge attuale sulla prostituzione
La Legge Merlin fu approvata in Italia nel 1958. Fu promossa dalla senatrice Lina Merlin e segnò una svolta nella tutela della dignità delle donne.
Abolì le case di tolleranza (bordelli legalizzati) e vietò la regolamentazione della prostituzione da parte dello Stato. La prostituzione rimase in sé legale, ma solo se esercitata in forma privata e non organizzata.
La Legge Merlin ha suscitato, fin dalla sua approvazione, un ampio dibattito pubblico. Alcuni la considerano una conquista civile e morale, altri la criticano per aver spinto la prostituzione nell’illegalità e favorito il controllo da parte della criminalità.
Secondo recenti stime, in Italia operano tra le 75.000 e le 120.000 persone nel settore della prostituzione. In gran parte sono donne, con una presenza crescente di minorenni e vittime di tratta.
Circa il 90% lavora in strada o in luoghi improvvisati, senza tutele sanitarie o legali.
Il giro d’affari annuo legato alla prostituzione si avvicina ai miliardi di euro, una cifra completamente sommersa, priva di imposizione fiscale e spesso controllata da reti criminali.
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