Il 26 maggio 2015 il Comune di Frascati aveva emesso un’ordinanza di demolizione per una villa abusiva situato in una zona situata a due passi dal centro commerciale Parco degli Ulivi.
Il proprietario dell’immobile, S.C., che aveva già ricevuto un ‘No’ del Comune di Frascati alla richiesta di sanatoria il 15 ottobre 2014, non ha mai eseguito quell’ordine di demolizione.
Da lì è iniziato un lungo iter legale culminato con la definitiva acquisizione dell’immobile da parte del Comune di Frascati il 2 settembre 2021, confermato ora da una sentenza del Tribunale.
Il provvedimento comunale, motivato dalla mancata demolizione dell’opera, ha previsto il trasferimento gratuito dell’intero complesso edilizio – una villa di circa 184 mq con corte esterna per un totale di oltre 870 mq – nel patrimonio pubblico.
La decisione è diventata definitiva, almeno per il TAR. che ha rigettato il ricorso del privato e condannato quest’ultimo anche al pagamento delle spese processuali.
Il proprietario dell’immobile ha la possibilità di ricorrere contro tale sentenza, con un ricorso di secondo grado al Consiglio di Stato.
Frascati, una villa costruita senza permesso con vista McDonald’s
L’immobile in questione era stato realizzato senza i necessari titoli abilitativi.
Il tentativo del proprietario di sanare l’abuso tramite una richiesta di condono, presentata nel 2004, si era risolto con un diniego nel 2014, mai impugnato nei termini previsti dalla legge.
Nel frattempo, secondo quanto accertato dalla Polizia Municipale, il proprietario aveva anche proseguito con ulteriori lavori non autorizzati.
Il Comune di Frascati, agendo in base alle disposizioni del Testo Unico dell’Edilizia, ha quindi seguito la strada prevista in caso di inottemperanza: un accertamento formale, un verbale e, infine, l’acquisizione forzosa al patrimonio pubblico.
Nessuna delle obiezioni sollevate dalla controparte è stata ritenuta fondata dal Tribunale.
Il TAR ha sottolineato come l’iter segnalato dall’amministrazione frascatana fosse del tutto corretto e conforme alle normative vigenti.
L’interesse pubblico di Frascati prevale
Il ricorrente aveva tentato di opporsi invocando la sproporzione del provvedimento e facendo leva su presunti mutamenti urbanistici della zona, ormai densamente edificata. Tuttavia per il TAR si tratta di argomentazioni infondate.
La natura dell’atto di acquisizione è vincolata: non richiede discrezionalità e scatta automaticamente in presenza dell’inottemperanza a un ordine di demolizione.
Il Tribunale ha inoltre chiarito che non risultano circostanze particolari che avrebbero potuto sospendere o modificare l’iter, come l’esistenza di un procedimento di accertamento di conformità o l’impossibilità oggettiva di demolire.
La decisione della giustizia amministrativa è stata netta e definitiva: il ricorso è in parte inammissibile e per il resto respinto nel merito.
Destinazione sociale per la villa abusiva
L’amministrazione comunale di Frascati ha già annunciato che la villa acquisita sarà destinata a finalità sociali.
Sebbene i dettagli siano ancora in fase di definizione, l’obiettivo è trasformare un simbolo di illegalità urbanistica in una risorsa per la collettività.
Tra le ipotesi sul tavolo, la possibilità di adibire la struttura ad attività per l’inclusione sociale, centri per minori o sedi per associazioni del territorio.
La vicenda assume così un significato che va oltre il singolo caso: rappresenta una presa di posizione netta dell’ente locale contro l’abusivismo edilizio, con un messaggio chiaro sul rispetto delle regole urbanistiche e sull’impiego virtuoso dei beni pubblici.
Un risultato concreto ottenuto dopo anni di attese, carte bollate e resistenze. A Frascati, un edificio abusivo diventa un’occasione di giustizia e di rilancio per il bene comune.
Leggi anche: Frascati, Cantina vinicola diventa SPA, con piscina e sauna abusive da 20 anni. Il Comune fa una cosa inaspettata