Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso della donna. I giudici del TAR hanno infatti stabilito che l’ente comunale ha illegittimamente ignorato l’istanza presentata il 19 febbraio 2025. Hanno quindi ordinato la consegna dei documenti richiesti entro 30 giorni.
Il Comune di Nettuno, non costituendosi in giudizio, non ha fornito alcuna giustificazione per il proprio silenzio. È perciò incorso in una sentenza sfavorevole che lo obbliga non solo a fornire l’accesso agli atti, ma anche a pagare le spese legali pari a 1.500 euro.
Nettuno, un condono edilizio risalente al 1986
L’istanza riguardava una documentazione precisa, legata a un condono edilizio del 1986 relativo a un immobile di famiglia a Nettuno. La richiedente ha dimostrato di avere pieno titolo all’accesso alla pratica in quanto erede.
Il TAR ha inoltre riconosciuto la legittimità della richiesta di gratuito patrocinio, precedentemente respinta. Ha revocato il decreto della Commissione interna e accolto l’istanza grazie alla nuova documentazione prodotta e all’esito favorevole del giudizio.
Ha quindi precisato che la liquidazione delle competenze spettanti al procuratore di parte dovrà effettuarsi con separato decreto di pagamento su istanza in tal senso da parte dell’interessato.
Il Comune di Nettuno è stato anche condannato al pagamento delle spese di lite, “che liquida in euro 1.500, da versarsi in favore del bilancio della Giustizia amministrativa”, si legge nella sentenza.
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