Il rogo ha infatti suscitato allarme tra i residenti e le autorità sanitarie locali, preoccupati per la possibile dispersione di sostanze inquinanti nell’atmosfera.
Per monitorare la qualità dell’aria e valutare i possibili rischi per la salute pubblica e l’ambiente è intervenuta l’ARPA Lazio. E purtroppo ci sono problemi.
L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ha installato un campionatore per verificare la presenza in aria di diossine, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), PCB (policlorobifenili) e altri inquinanti.
I risultati dei campionamenti dopo l’incendio di Santa Palomba: diossina e…
I primi risultati, riferiti al campione prelevato tra il 29 e il 30 giugno, mostrano la presenza di diossine con una concentrazione pari a 0,52 pg/m³ (TEQ). Tale valore supera la soglia indicativa di riferimento fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
«Non esiste un vero e proprio limite normativo per la presenza di diossine in aria ambiente» chiarisce ARPA Lazio nel comunicato, «ma l’OMS, nel documento Air quality guidelines for Europe 2000, considera elevata la soglia di 0,3 pg/m³, poiché segnala la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero che l’incendio ha effettivamente generato diossine».
Sul fronte degli IPA, idrocarburi policiclici aromatici, l’analisi ha rilevato una concentrazione di benzo(a)pirene pari a 10 ng/m³. È un valore dieci volte superiore al limite medio annuo di 1 ng/m³ previsto dal decreto legislativo n.155/2010.
Tuttavia, l’agenzia specifica che questo valore limite non è direttamente confrontabile con i dati rilevati durante un incendio, poiché «il valore di 1 ng/m³ rappresenta una media annua e viene utilizzato come riferimento informativo».
Il campionatore ha rilevato nell’aria anche presenza di PCB, o policlorobifenili, composti tossici e persistenti, con una concentrazione pari a 280 pg/m³.
Sebbene nemmeno per queste sostanze esistano limiti normativi precisi, il documento dell’OMS citato da ARPA Lazio indica che le concentrazioni in ambiente urbano possono oscillare «tra 3 pg/m³ (in siti non industriali) e 3.000 pg/m³ (in siti industriali o aree urbane)». Queste oscillazioni lasciano quindi spazio a valutazioni contestuali basate sulla localizzazione e sulla natura dell’evento.
Si attendono nuovi risultati
Tutti i dati, spiega ancora l’ARPA, sono stati tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e pubblicati sul sito ufficiale www.arpalazio.it, «in ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali».
In attesa di ulteriori sviluppi, l’evento conferma ancora una volta la delicatezza della questione ambientale legata agli incendi in prossimità di aree urbane e industriali.
Seppur manchino in molti casi limiti normativi rigidi, i valori registrati, in particolare per le diossine, suggeriscono la necessità di mantenere alta l’attenzione su episodi che, come questo, possono avere ripercussioni significative sulla salute pubblica e sull’ecosistema locale.
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