Come vincere un’ Asta giudiziaria col ribasso del 96%
Un immobile dal valore di 700.000 euro acquistato all’asta a soli 27.000 euro! Un vero affare per il cittadino, di nazionalità indiana, che ha vinto l’asta giudiziaria.
Peccato però che per vincere quell’asta con quel ribasso record, il vincitore aveva pagato una tangente da 40.000 euro, in nero naturalmente, al professionista incaricato dell’asta giudiziaria
Questo è solo un esempio del giro corruzione sgominato dalla Guardia di Finanza di Velletri.
Tre sono le persone finite agli arresti domiciliari con l’accusa dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
L’operazione è stata condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri e coordinata dalla locale Procura della Repubblica.
Si è scoperto un giro di aste giudiziarie irregolari, pilotate da curatori fallimentari e professionisti delegati.
Queste persona, violando i doveri connessi al loro ruolo di pubblici ufficiali, pilotavano le aggiudicazioni a favore di soggetti compiacenti, riconducibili all’organizzazione.
Come pilotavano le aste giudiziarie
Un metodo per pilotare un immobile a favore di un soggetto compiacente era quello di far figurare che l’asta si era tenuta più volte, senza che avesse avuto alcuna offerta.
Il meccanismo delle aste prevede in questo caso di rimettere in vendita l’immobile a un prezzo ribassato, in modo da attirare nuovi compratori.
Nella realtà non veniva effettuata alcuna asta, nessuno ne veniva a conoscenza. Ci pensava il professionista incaricato a falsificare tutto, violando i doveri connessi al suo ruolo di pubblico ufficiale.
Così, passando di finta asta in finta asta, il prezzo si abbassava fino ad arrivare alla cifra concordata con il compratore, che risultava essere l’unico che aveva partecipato.
Al compratore, poi, poi toccava naturalmente il compito di pagare una bella tangente come compenso della truffa effettuata sviando tutti i controlli.
3 arresti ad opera della Guardia di Finanza di Velletri
Ma stavolta la Guardia di Finanza è riuscita a smascherare il meccanismo truffaldino.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso le sedi societarie e le abitazioni dei soggetti coinvolti, sono state rinvenute macchinette conta-soldi e circa 30.000 euro in contanti, ritenuti parte del sistema illecito.
Per tre persone la Procura della Repubblica di Velletri ha richiesto e ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare, che i finanzieri hanno eseguito.
I tre arrestati sono accusati – in concorso tra loro – dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Tutti e tre sono ora agli arresti domiciliari, in attesa molto probabilmente di essere interrogate dall’autorità giudiziaria.
Il procedimento è attualmente nelle fasi delle indagini preliminari e, fino al giudizio definitivo, vige la presunzione di non colpevolezza.