Si tratta di un impianto che andrà a coprire una pista di pattinaggio già esistente, trasformandola in uno spazio utilizzabile tutto l’anno.
Il progetto ha ricevuto l’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 146 del Codice dei Beni Culturali (D.Lgs. 42/2004), con procedimento semplificato.
Un passaggio formale che però ha implicazioni più ampie: l’area in questione, infatti, è sottoposta a vincoli paesaggistici, e ogni intervento edilizio deve rispettare precisi parametri di compatibilità ambientale.
Con questa approvazione, il Comune di Frascati ha ritenuto che la nuova struttura sia in linea con la tutela del territorio.
Via libera tra vincoli e semplificazioni
Difatti, la particella catastale interessata, la numero 144 del Foglio 13 dell’Ufficio del Territorio di Roma, ricade in una zona di pregio ambientale.
Nonostante ciò, il procedimento si è concluso attraverso l’iter semplificato previsto dalla legge. Una scelta che solleva interrogativi sull’effettiva valutazione dell’impatto paesaggistico dell’opera.
Il regolamento consente infatti deroghe procedurali per alcune tipologie di opere, soprattutto se considerate di modesta incidenza.
Ma nel caso di una tensostruttura – che per sua natura è visivamente impattante e copre superfici consistenti – l’applicazione del procedimento semplificato potrebbe sembrare, a molti, una forzatura.
La mancanza di una vera e propria verifica d’impatto ambientale ordinaria lascia spazio a perplessità sul controllo dell’equilibrio tra sviluppo privato e tutela del paesaggio.
Alla pubblicazione sull’Albo pretorio del Comune di Frascati non è stato allegato alcun documento che possa fornire ulteriori informazioni alla cittadinanza.
Una scelta strategica per lo sport, ma a quale prezzo?
La copertura della pista di pattinaggio rappresenta una trasformazione importante per l’impianto sportivo, che potrà essere utilizzato in ogni stagione, incrementando le attività e la redditività della struttura.
Una mossa che favorisce lo sport e l’associazionismo, ma che solleva anche la questione dell’uso privato di spazi che, sebbene regolarmente autorizzati, si trovano in aree di rilevanza pubblica sotto il profilo paesaggistico.
Il rischio, secondo alcuni osservatori, è che si apra una strada a interventi simili in contesti simili, con l’urbanizzazione progressiva di porzioni di territorio finora rimaste in gran parte intatte.
Non si tratta solo di una questione estetica, ma di una visione a lungo termine sulla gestione del suolo e dei beni comuni.
Il precedente che può fare scuola
La decisione del Comune di Frascati potrebbe rappresentare un precedente rilevante.
In un contesto come quello dei Castelli Romani, da sempre segnato da una forte pressione edificatoria e da una crescente domanda di spazi sportivi, la scelta di facilitare l’installazione di strutture permanenti o semi-permanenti, anche in aree vincolate, potrebbe essere letta come un cambio di rotta nelle politiche urbanistiche locali.
Nessuno mette in dubbio la regolarità. Quello su cui ci si dovrebbe soffermare è più l’opportunità e le conseguenze di certe scelte politiche relative alle modalità del processo di autorizzazione.
Conclusione: tra sviluppo e controllo
L’installazione della nuova tensostruttura nel Centro Sportivo di Via delle Cisternole è, senza dubbio, una notizia importante per la comunità sportiva locale.
Ma al tempo stesso solleva questioni di fondo sulla gestione del territorio e sul rapporto tra privato e pubblico in ambiti sensibili come quelli tutelati dai vincoli paesaggistici.
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