A denunciarlo è una cittadina sui social, che accende nuovamente i riflettori su una questione che si ripropone ogni estate: l’assenza di infrastrutture adeguate per garantire il diritto di tutti a fruire del litorale.
Secondo quanto riportato nel post, il Consorzio di riferimento si sarebbe rifiutato di installare una passerella per disabili, obbligando il Comune di Ardea a intervenire direttamente dopo tre anni di richieste.
L’intervento, tuttavia, si è limitato alla posa di una passerella parziale, non a norma, che copre solo un tratto del percorso fino alla riva. Il risultato è che l’accesso al mare resta impraticabile per chi si muove in carrozzina o ha difficoltà motorie.
Che fine hanno fatto le passerelle acquistate dal Comune di Ardea?
Eppure, proprio lo scorso anno il Comune di Ardea aveva acquistato nuove passerelle grazie a fondi stanziati dalla Regione Lazio, con l’obiettivo dichiarato di migliorare l’accessibilità delle spiagge libere.
Fondi che, secondo la cittadina, non sembrano aver prodotto risultati concreti sul Lungomare dei Greci. Si solleva quindi la domanda: dove sono finiti quei soldi e perché le passerelle conformi alle normative non sono state posate?
La normativa regionale e l’ordinanza balneare parlano chiaro: le spiagge libere devono essere dotate di passerelle idonee, che permettano un accesso agevole e sicuro fino alla battigia, non solo per le persone con disabilità, ma anche per gli anziani e chi ha difficoltà motorie temporanee o permanenti.
L’episodio rilancia una questione di civiltà e uguaglianza che riguarda non solo Ardea, ma molti tratti del litorale laziale.
L’accesso al mare non può essere un privilegio riservato a chi può camminare sulla sabbia senza ostacoli: è un diritto da garantire a tutti, senza eccezioni.
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