Una delegazione rumena è arrivata a Gaeta per indagare su un affascinante enigma storico: l’eventuale legame tra Vlad Tepes, il famigerato principe della Valacchia, e la città di Gaeta, in particolare il complesso della Santissima Annunziata.
Vlad III, noto come “l’Impalatore” per le sue feroci pratiche militari, è passato alla storia come figura centrale del folklore rumeno e ispirazione per il celebre romanzo gotico di Bram Stoker, “Dracula”.
Eppure, dietro la leggenda del vampiro si cela una figura storica controversa, membro dell’Ordine del Drago e protagonista della resistenza cristiana contro l’espansione ottomana nel XV secolo.
L’ordine del Drago: il legame tra Dracula e Gaeta
Proprio l’Ordine del Drago rappresenta il primo punto di contatto con Gaeta.
Nel centro storico della città, all’interno del complesso della Santissima Annunziata, è custodito il sarcofago del cavaliere Enrico Caracciolo De Rossi, uno dei membri italiani più illustri dell’Ordine.
Ai lati della tomba, ancora oggi visibili, campeggiano gli emblemi del Drago, lo stesso ordine a cui appartenne Vlad II Dracul, padre di Vlad III.
E le connessioni non finiscono qui. Sopra il portale barocco della “cappelletta d’oro”, realizzato nel XVII secolo dallo scultore Dionisio Lazzari, spunta un volto enigmatico.
Le fattezze, secondo alcuni studiosi, ricorderebbero sorprendentemente quelle di Vlad Tepes. Un omaggio simbolico al cavaliere Caracciolo o una rappresentazione voluta del principe rumeno?
Altri indizi a Gaeta alimentano il mistero dei legami con Dracula
Altri indizi alimentano il mistero. Sul Monte Orlando, nei pressi del Santuario della Santissima Trinità, esiste una postazione difensiva risalente alla fine del XVI secolo denominata “Transilvania”.
Una scelta toponomastica mai chiarita, che oggi ritorna sotto i riflettori alla luce delle nuove ricerche storiche.
E se Vlad non fosse mai morto in Romania? Secondo una teoria sostenuta da alcuni studiosi rumeni, tra cui Mircea Cosma – presente oggi a Gaeta – il principe sarebbe stato fatto prigioniero dagli ottomani e poi liberato dalla figlia Maria Balsa.
Quest’ultima lo avrebbe portato in salvo nel Regno di Napoli, di cui Gaeta faceva parte, dove Vlad avrebbe vissuto i suoi ultimi anni, fino alla morte.
La sua tomba, secondo questa versione, si troverebbe nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli, dove una lapide sospetta ha alimentato per anni leggende e speculazioni.
Una stele a Gaeta alla presenza della tv rumena
Per dare rilievo a queste suggestioni storiche, durante la visita della delegazione rumena è stata posizionata una stele in via Annunziata, proprio di fronte alla cappella d’oro.
Alla cerimonia erano presenti rappresentanti della Società per gli studi medievali e la valorizzazione storica di Ploiești, assieme alla troupe televisiva rumena RN–Antena 3.
Il passato, a Gaeta, sembra avere ancora molto da raccontare. E forse, tra simboli scolpiti nella pietra e nomi dimenticati, si cela un tassello rimasto finora oscuro nella vita – e nella morte – del leggendario Dracula.
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