Quella che è una delle arterie più trafficate dei Castelli Romani sarà quindi chiusa nel tratto che unisce Albano Laziale e Castel Gandolfo, lungo la SP 71/b (Viale Pio XI).

Una chiusura temporanea, ma significativa, disposta dal Comune di Castel Gandolfo con l’Ordinanza n. 140 del 3 ottobre 2025.
Le motivazioni ufficiali? “Esigenze tecniche e di sicurezza” legate a lavori di movimentazione di materiali all’interno delle Ville Pontificie, il complesso extraterritoriale che domina il lago e il borgo papale.
Lavori per le Ville Pontificie: il traffico si ferma
Dietro la formula burocratica, la sostanza è chiara: per tre ore, lungo un tratto di quasi due chilometri (dal Km 0,00 al Km 1,800), la viabilità sarà completamente sospesa.
Il motivo, nero su bianco nell’ordinanza, è la necessità di posizionare un’autogru destinata a sollevare e scaricare materiali “al di sopra del muro di cinta delle Ville Pontificie”, per poi collocarli all’interno.
Un’operazione che impone misure drastiche, almeno sul piano della circolazione. “Sussistono oggettive esigenze di sicurezza pubblica e privata”, scrive l’amministrazione comunale, che ha ricevuto il nulla osta dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, proprietaria della strada.
Nessun veicolo potrà passare: solo ambulanze e forze dell’ordine
Durante la chiusura, nessun veicolo privato o commerciale potrà transitare sulla Galleria di Sopra. Faranno eccezione soltanto i mezzi di soccorso, polizia ed emergenza, che potranno muoversi con le dovute cautele. Garantito anche il passaggio pedonale, ma “in condizioni di sicurezza”, come specifica il provvedimento.
La ditta incaricata dei lavori dovrà posizionare l’opportuna segnaletica di preavviso — “strada chiusa per lavori” — almeno 48 ore prima dell’intervento, e provvedere al ripristino della normale viabilità al termine della giornata lavorativa.
La chiusura, pur limitata nel tempo, avrà inevitabili ripercussioni sul traffico locale.
Via delle Gallerie di Sopra è infatti un nodo strategico di collegamento tra Albano e Castel Gandolfo, percorsa quotidianamente da centinaia di automobilisti, turisti e lavoratori.
Per tre ore, le auto dovranno deviare su percorsi alternativi.
L’ombra delle “esigenze tecniche” e il silenzio del Vaticano
La menzione delle Ville Pontificie nel documento comunale ha acceso la curiosità. Non si tratta infatti di lavori pubblici ordinari, ma di un intervento richiesto — e autorizzato — in relazione alle strutture di proprietà della Santa Sede, extraterritoriali e sottratte alla giurisdizione italiana.
Un dettaglio che spiega la delicatezza dell’operazione, ma solleva anche qualche interrogativo.
Perché un’autogru in pieno centro urbano, con tanto di chiusura totale della strada, per movimentare materiali “al di sopra del muro di cinta”?
Nessuna comunicazione ufficiale è giunta dalle Ville Pontificie. L’unica certezza, per ora, è l’impatto sui cittadini di Castel Gandolfo e Albano, costretti a fare i conti con uno stop viario.
Sicurezza e responsabilità: tutto a carico della ditta
Il Comune di Castel Gandolfo, nel suo provvedimento, si tutela su ogni fronte: “L’Ente resterà indenne da qualsiasi lite o vertenza che dovesse insorgere in ragione della presente ordinanza”, si legge nella parte finale.
Eventuali danni a persone o cose saranno dunque “totalmente a carico dell’impresa affidataria”.
Un modo elegante per scaricare le responsabilità, ma che non tranquillizza del tutto chi vive o lavora nella zona. La speranza è che l’intervento si svolga senza intoppi e che, allo scoccare delle ore 13 la strada possa tornare liberamente percorribile.
Una chiusura simbolica
In fondo, la chiusura di Via delle Gallerie di Sopra non è solo un episodio tecnico: è il simbolo di un rapporto antico e complesso tra Castel Gandolfo, il Vaticano e il territorio dei Castelli Romani.
Un equilibrio sottile, dove la ragion di Stato pontificia incontra la quotidianità dei cittadini.
E così, per qualche ora, anche la strada che da sempre unisce due borghi storici — Albano e Castel Gandolfo — si fermerà, sospesa tra passato e presente, tra sacro e civile.
Con un’unica certezza: ai Castelli Romani, neanche una “semplice” ordinanza è mai davvero solo una questione di traffico.
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