A causa dell’errore, il Comune di Latina è intervenuto in autotutela per correggere e riemettere l’importante ordinanza di acquisizione al patrimonio comunale.
Al centro della vicenda, un complesso sportivo con quattro campi da padel, otto manufatti e strutture accessorie realizzate abusivamente in zona rurale del territorio comunale. Per questo centro il Comune di Latina aveva già stato disposto un ordine di demolizione, non ottemperato.
L’inadempienza dell’ordine di demolizione ha aperto la strada all’acquisizione dell’area da parte del Comune di Latina al proprio patrimonio.
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La prima ordinanza… sbagliata
La prima ordinanza di acquisizione gratuita conteneva un refuso non secondario. Il mappale catastale oggetto dell’acquisizione era stato infatti erroneamente indicato. Riportava un numero diverso rispetto a quello corretto.
Un errore di digitazione, si legge nel nuovo atto. Ma un errore che ha determinato la necessità di revocare il provvedimento originario e sostituirlo con uno rettificato, conforme ai dati catastali effettivi.
Il complesso abusivo sportivo e l’ordine di demolizione
La vicenda trae origine da una segnalazione della Regione Carabinieri Forestale Lazio – Gruppo di Latina, che aveva rilevato gravi irregolarità edilizie su un lotto in zona PRG “H” Rurale.
Le opere abusive oggetto del procedimento comprendevano, tra l’altro, quattro campi da padel completi di basamenti in cemento, recinzioni in ferro e vetro, e in un caso anche una copertura in PVC con struttura metallica alta otto metri.
A corredo dell’impianto sportivo, si trovavano numerosi manufatti in legno, adibiti a spogliatoi, servizi igienici, uffici e depositi, tutti realizzati senza titolo abilitativo e in assenza delle dovute autorizzazioni.
Il Comune di Latina aveva emesso un’ordinanza di demolizione il 4 maggio 2023. La proprietaria aveva presentato ricorso al TAR, ma il Tribunale Amministrativo del Lazio lo aveva rigettato. L’ordine di demolizione veniva così riconfermato.
Nonostante ciò, i manufatti erano rimasti in loco, portando la Polizia Locale ad accertare formalmente l’inottemperanza nel giugno 2025.
L’acquisizione del terreno al patrimonio comunale di Latina
A quel punto, in base alla normativa vigente, il Comune ha proceduto con l’iter di acquisizione forzata al patrimonio pubblico, avviando l’esproprio dell’area su cui insistono le opere non rimosse.
Tuttavia, come accertato successivamente, nella prima ordinanza di acquisizione era stato riportato un mappale catastale errato.
Da qui la decisione di annullare d’ufficio l’atto e sostituirlo con un nuovo provvedimento correttamente intestato.
L’atto, stavolta con i dati catastali corretti, conferma l’acquisizione di una superficie pari a circa 9.290 metri quadri. Si tratta di un’estensione calcolata nel rispetto del limite massimo fissato dalla normativa, che prevede la possibilità di acquisire fino a dieci volte l’area di sedime delle opere abusive (pari a 933 mq nel caso specifico).
Di nuovo lo sgombero entro 15 giorni
Il nuovo atto impone alla proprietaria lo sgombero dell’area entro 15 giorni dalla notifica e dispone l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale di Latina della porzione di terreno, previa procedura di frazionamento catastale.
La dichiarazione di acquisizione è vincolata, come stabilito dal Consiglio di Stato in una nota sentenza del 2020, alla sola verifica dell’inottemperanza dell’ordine di demolizione, senza margine di discrezionalità da parte dell’amministrazione.
La rettifica effettuata dal Comune di Latina non incide sull’efficacia sostanziale del procedimento, ma garantisce la piena legittimità formale e giuridica del provvedimento.






















