Stavolta però è l’Italia ad essere coinvolta, poiché sotto accusa è la partita di questa sera tra le nazionali di calcio di Italia e Israele, una gara, tra l’altro, importantissima sportivamente parlando. La partita si svolge ad Udine.
Chi delle due nazionali vince, infatti è ancora in corsa per qualificarsi per il mondiale di calcio, mentre chi eventualmente perderà sarà molto probabilmente esclusa.
Murale a Roma, affianco la FIGC
Il murale è stato disegnato in via Giulio Caccini, praticamente a ridosso del palazzo che ospita la sede della FIGC.
La polemica sulla partecipazione della nazionale israeliana ai gironi europei di qualificazione ai mondiali va avanti da molti mesi. Coloro che sostengono che Israele dovesse essere esclusa evidenziano il fatto che tale decisione è stata applicata alla Russia in quasi tutti gli sport, calcio compreso. E’ chiaro che a decidere non è il mondo dello sport ma quello politico.
La street artist Laika con questo murale presenta una denuncia molto diretta. Il disegno rappresenta un calciatore nella divisa israeliana con parte dell’equipaggiamento militare e tanto di fucile. Il pallone a terra è addirittura insanguinato.

Rimosso immediatamente
Il murale è stato rimosso a tempo di record, ma sta ora rimbalzando comunque su tutto il web, non solo in Italia.

Il messaggio di Laika
La street artist ha associato alla pubblicazione delle foto del murale su Instagram un messaggio che riportiamo qui di seguito integralmente:
Stasera si disputerà “la partita della vergogna”: il calcio d’inizio segnerà ancora una volta l’ipocrisia del nostro governo e delle federazioni sportive nazionali e internazionali, FIGC, UEFA e FIFA.
Un’ipocrisia che riflette la politica dell’intero Occidente, fondata sul doppio standard: ricordiamo che la Russia è stata esclusa da ogni competizione sportiva dopo l’invasione dell’Ucraina, ma Israele continua a essere accolto e legittimato nonostante i crimini di guerra.
Il messaggio è chiaro: i crimini sono crimini solo se non li compie l’Occidente.Ad inizio agosto, il ministro Abodi dichiarava che Israele fosse “il Paese aggredito”. Ma a Gaza, in due anni, sono stati uccisi 67.000 palestinesi: l’equivalente dello Stadio olimpico di Roma SOLD OUT– Pieno di uomini, donne e bambini: tutti morti però. Un numero che è destinato purtroppo ad aumentare.
Ai calciatori della nostra nazionale dico: vi auguriamo di giocare in uno stadio vuoto, perché quella di stasera sarà una partita macchiata di sangue. Davanti a voi ci saranno 11 sostenitori del genocidio più documentato della storia, e dietro di voi le istituzioni sportive e politiche che ne sono complici.
Chi tifa per la giustizia e i diritti umani sarà invece fuori dallo stadio, a Udine, in Piazza della Repubblica alle 17:30, al fianco del popolo palestinese, per denunciare il genocidio, l’imperialismo occidentale, gli interessi dell’industria bellica e il sistema di apartheid.
Il cessate il fuoco non cancella la devastazione e gli orrori commessi.
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