Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha respinto il ricorso presentato dai proprietari, confermando l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Ariccia.
Nella sentenza viene specificato:
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Quater), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge. […] Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Una decisione che riafferma con forza il principio della legalità edilizia e la tutela del territorio, senza che le difficoltà personali dei cittadini possano giustificare violazioni della legge.
Le opere abusive di Ariccia
Gli immobili al centro della disputa consistono in due villini di circa 100 metri quadrati ciascuno, completi di portici e coperture lignee, un manufatto in muratura e legno di circa 19 metri quadrati adibito a cucina, e un manufatto in cemento di oltre 10 metri quadrati destinato a servizi igienici esterni.
La superficie complessiva abusivamente edificata supera i 230 metri quadrati, in contrasto con le norme urbanistiche e paesaggistiche locali. Le violazioni erano già state oggetto di precedenti ordinanze, tutte inasprite dalla reiterazione degli abusi nel tempo.
Il ricorso del proprietario
Il proprietario aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza di demolizione, sostenendo motivi di carattere personale e sanitario.
Tra le ragioni invocate: la necessità di garantire un’abitazione a fronte di gravi patologie, la presunta impossibilità economica e sociale di eseguire la demolizione e il presunto contrasto con il principio di proporzionalità sancito dalla normativa europea.
Si trattava, secondo i ricorrenti, di casi di “abuso di necessità”, giustificato dallo stato di disagio e dalla presenza di minori.
La risposta del Comune di Ariccia
Il Comune di Ariccia, rappresentato in giudizio, ha evidenziato la gravità delle violazioni e la reiterazione degli abusi nel tempo.
Le opere contestate, secondo l’Amministrazione di Ariccia, non possono rientrare nella categoria di abusi giustificabili, essendo state costruite senza alcun titolo autorizzativo e senza alcun rispetto delle norme urbanistiche e paesaggistiche.
Il Comune di Ariccia ha sottolineato che il diritto alla casa non può prevalere sull’interesse pubblico alla tutela del paesaggio e alla legalità edilizia.
La decisione del Tribunale
Il TAR ha confermato la piena legittimità dell’ordinanza di demolizione.
I giudici hanno sottolineato che, secondo la giurisprudenza consolidata, lo stato di necessità non può giustificare abusi edilizi.
La demolizione di immobili abusivi è un atto vincolato, finalizzato a ristabilire l’ordine giuridico e non configurabile come una sanzione punitiva.
In particolare, il Tribunale ha ricordato che il decorso del tempo non crea alcun diritto all’“affidamento” per il privato interessato: l’abuso edilizio è considerato illecito permanente fino alla rimozione delle opere non autorizzate.
Il bilanciamento tra interessi privati e pubblici
Il pronunciamento del Tribunale amministrativo conferma che il diritto individuale all’abitazione non può prevalere sull’interesse pubblico alla tutela del territorio, dei beni paesaggistici e della legalità urbanistica.
La demolizione, infatti, non è destinata a punire i proprietari, ma a ripristinare lo stato dei luoghi in conformità alla legge.
La giurisprudenza italiana ed europea, richiamata nella sentenza, sottolinea che le misure ripristinatorie sono proporzionate e necessarie per garantire l’equilibrio tra diritti dei cittadini e interesse collettivo.
Demolizione a cura del Comune di Ariccia
I ricorrenti sono stati condannati in solido alla rifusione delle spese legali a favore del Comune di Ariccia, per un importo di 1.000 euro oltre agli accessori di legge.
La sentenza stabilisce anche che la demolizione dovrà essere eseguita dall’autorità amministrativa, senza possibilità di ulteriori proroghe legate a difficoltà personali o economiche dei proprietari.
Sentenza importante, ma piena di “OMISSIS”
Questo caso ha una valenza pubblica significativa, perché ribadisce la necessità del rispetto delle regole urbanistiche e la certezza del diritto nel settore edilizio.
Il TAR del Lazio conferma che le opere abusive, anche se destinate a uso abitativo e realizzate da cittadini in difficoltà, devono essere rimosse quando violano la legge.
La decisione mette in chiaro che la tutela del paesaggio e dell’ambiente ha precedenza su interessi privati, rafforzando il ruolo dell’Amministrazione nella vigilanza sul territorio.
Una sentenza oscurata di tutti i dati. La parola “OMISSIS“, che va a sostituire il dato da oscurare, è stata ripetuta ben 61 volte.
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