Tra i protagonisti di questa 16ª edizione di Slow Wine, presentata a Milano, spicca il nome di Isabella Carpineti, che ha ricevuto un premio per la storica cantina Marco Carpineti di Cori, un’eccellenza della provincia di Latina.
La cantina Marco Carpineti conquista il Premio per l’Accoglienza in Cantina, un riconoscimento che celebra la capacità di un territorio e di una famiglia di accogliere i visitatori trasformando ogni degustazione in un’esperienza culturale, umana e ambientale.
La guida Slow Wine 2026 è molto più di un elenco di vini: è una fotografia dell’Italia che coltiva rispetto, qualità e bellezza.
Quest’anno include 7972 vini recensiti, 1172 cantine certificate bio o in conversione, e introduce una novità dal sapore green: la grammatura del vetro di ogni bottiglia, per sensibilizzare produttori e consumatori sulla sostenibilità anche nel packaging.
Il premio per l’accoglienza di Slow Wine alla cantina Marco Carpineti di Cori
Tra le tante eccellenze premiate, Cori e la cantina Marco Carpineti brillano come simbolo di un modo di fare vino che unisce tradizione e innovazione.
Fondata su una visione biologica e biodinamica della viticoltura, l’azienda ha trasformato le colline lepine in un laboratorio di eccellenza naturale.
Il riconoscimento di Slow Wine per l’accoglienza non è solo un premio, ma la conferma di un percorso coerente con la filosofia “buono, pulito e giusto” che da anni ispira il lavoro dei Carpineti nella storica cantina di Cori.
I Carpineti hanno trasformato Cori in una meta enoturistica, attraverso visite in cantina e attività nel territorio. Spicca tra le iniziative di enoturismo il tour della Tenuta Antoniana, dove la famiglia Carpineti ha realizzato il vigneto labirinto più grande del mondo.
Il mondo del vino racconta oggi una nuova stagione fatta di etica, cultura e radici. In questo panorama, Cori si impone come punto di riferimento per l’enoturismo di qualità, dimostrando che anche i piccoli territori possono parlare al mondo con il linguaggio universale del vino e dell’ospitalità.
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Le guide enologiche italiane
Ma l’Italia del vino è in fermento anche su altri fronti. Nello stesso periodo sono state presentate tutte le principali guide enologiche del Paese: dalla Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, che assegna i suoi ambiti Tre Bicchieri a 508 vini, alla Guida Essenziale di DoctorWine, passando per la Bibenda 2026 della Fondazione Italiana Sommelier e per Vitae 2026 dell’AIS, che torna in scena alla Stazione Leopolda di Firenze a metà novembre.
Un vero e proprio “crash test” per il Vigneto Italia, che secondo gli esperti gode di ottima salute. Le nuove generazioni di enologi e vignaioli spingono sempre più verso la qualità sostenibile, come confermano i numeri e le storie che emergono dalle guide.





















