La città di Latina si colloca molto in basso nella classifica dei 106 capoluoghi italiani stilata da Legambiente. Un poco onorevole 93° posto. Ma c’è una buona notizia: l’anno scorso Latina si collocava al 96° posto. Quest’anno il capoluogo pontino ha avuto la soddisfazione, se così si può chiamare, di invertire le posizioni con Frosinone, che era al 93° posto l’anno scorso e scivola al 96° quest’anno.
Il rapporto di Legambiente sulla sostenibilità urbana dei 106 capoluoghi italiani: il Nord in testa
È una fotografia ancora critica, segnata da luci e ombre, quella che emerge dalla nuova edizione di “Ecosistema Urbano“, il rapporto annuale di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che valuta le performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani.
L’edizione 2025 conferma le difficoltà strutturali dell’Italia sul fronte della sostenibilità urbana: la media nazionale si attesta al 54,24%, in calo rispetto al 2022 (-3,8%), e nessuna città raggiunge il 100%.
A dominare la classifica sono ancora una volta le città del Nord, mentre il Mezzogiorno fatica a tenere il passo.
Trento (79,78%) conquista il primo posto, seguita da Mantova (78,74%), che scala ben cinque posizioni rispetto all’anno scorso grazie a buoni risultati su consumi e perdite idriche e raccolta differenziata (84%).
Chiude il podio Bergamo, terza con il 71,82%, che guadagna 13 posizioni rispetto alla scorsa edizione.
La top ten: nessuna città del Centro e del Sud
Nella top ten si confermano città come Bolzano, Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna e Forlì, tutte aree urbane settentrionali. Bologna, nona, si conferma la migliore tra le grandi città, anche se perde una posizione.
Il Sud resta invece fanalino di coda: Cosenza è l’unica città meridionale tra le prime venti, ma arretra comunque al 16° posto. Le ultime nove posizioni sono tutte occupate da città del Sud, con Reggio Calabria all’ultimo posto (106°) e punteggi che non arrivano al 35%.
Il Lazio resta indietro: Latina e Frosinone tra le peggiori
La situazione nel Lazio è particolarmente preoccupante.
Nella classifica stilata da Legambiente, nessun capoluogo del Lazio si avvicina alla vetta, e solo Roma supera la soglia del 50% (peraltro di poco), classificandosi 66ª con un punteggio del 51,04%.
È un risultato mediocre per la Capitale, che pur mostrando segnali positivi sul trasporto pubblico locale (277 viaggi pro capite contro i 259 della scorsa edizione), resta lontana dai livelli europei.
Appena peggio Rieti, al 70° posto con il 50,12%, mentre la performance di Latina è tra le più deludenti dell’intera penisola: 93ª posizione e un punteggio del 41,53%, collocandosi tra i peggiori capoluoghi italiani.
Ancora più grave la situazione di Frosinone, che sprofonda al 96° posto con appena il 38,87%.
Secondo il report, le città del Lazio condividono diverse criticità strutturali: smog, inefficienze nella rete idrica e ritardi nella mobilità sostenibile.
Nonostante qualche miglioramento nella raccolta differenziata e nel trasporto pubblico, il Lazio non riesce a colmare il divario con le realtà più virtuose del Nord.
I nodi irrisolti: perdite idriche, mobilità sostenibile, consumo di suolo
A livello nazionale, tra i problemi più gravi segnalati da Legambiente ci sono:
- le perdite idriche, ancora altissime: 20 città registrano perdite pari o superiori al 50% (Latina è al 100° posto con oltre il 60% di dispersione);
- la ciclabilità, che regredisce: la media di infrastrutture ciclabili è scesa a 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti, in calo rispetto agli anni precedenti;
- il calo delle isole pedonali (da 50,7 a 48,6 mq/100 ab) e delle zone a traffico limitato;
- il consumo di suolo continua a crescere: +4500 ettari dal 2018 al 2023, nonostante la popolazione urbana sia in calo (-346mila abitanti), con un aumento dell’impermeabilizzazione del suolo di +6,3 mq per abitante.
Unica nota positiva del rapporto: la raccolta differenziata, che supera per la prima volta la media del 65% nei capoluoghi, con 15 città oltre l’80%. Latina è nel range tra il 50 e il 65%.
Legambiente al Governo: stabilizzare i bonus edilizi in chiave green
Alla luce dei dati, Legambiente lancia un appello al Governo Meloni per «una legge nazionale per la rigenerazione urbana», da considerare anche come strumento per contrastare il consumo di nuovo suolo agricolo.
L’associazione chiede anche di stabilizzare i bonus edilizi senza scendere sotto la soglia del 50%, per sostenere gli interventi di ristrutturazione in chiave green.
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