Dopo decenni di attività nello stabilimento di via Ardeatina, a Santa Palomba, la storica multinazionale Johnson & Johnson ha ufficialmente ceduto l’AUA, Autorizzazione Unica Ambientale, ad un’altro marchio, Kenvue Italia S.p.A., nuova titolare dell’impianto che produce articoli per l’igiene personale ed è parte della multinazionale Kenvue Inc. che è (sue parole) “la più grande azienda al mondo che si dedica esclusivamente alla salute del consumatore per fatturato”.
Il rapporto tra i due marchi multinazionali.
Negli intrecci internazionali tra società, azioni e stabilimenti, Johnson & Johnson e Kenvue Inc. sono molto legate. Kenvue è stata per anni la divisione di salute dei consumatori di Johnson & Johnson. Non ci addentriamo oltre in questa storia di legami societari.
Possiamo solo riportare che ad agosto del 2023 Kenvie Inc. ha annunciato la sua separazione da Johnson & Johnson, segnando il suo primo giorno come società pienamente indipendente. Oggi conta sulla commercializzazione di marchi iconici come Aveeno®, BAND-AID®, Johnson’s®, Listerine®, Neutrogena® e Tylenol®.
Lo scambio azionario che ne è seguito ha fatto sì che ora Johnson & Johnson detiene (solo) il 9,5% delle azioni ordinarie di Kenvue.
L’ok alla vultura dell’Autorizzazione Ambientale dello stabilimento di Pomezia a Kenvue porta la data del 21 ottobre 2025.
Con la voltura dell’Autorizzazione Unica Ambientale, la nuova società subentra nei diritti e negli obblighi legati, soprattutto, agli scarichi industriali e domestici che confluiscono nel fosso della Cancelliera, corpo idrico superficiale che attraversa il territorio pometino. Un passaggio di consegne che mantiene invariata la durata dell’autorizzazione fino al 2030.
Quello che non si può desumere è se tale atto sia un semplice passaggio burocratico o si configuri come un inizio di cambiamento della politica industriale del sito di Santa Palomba.
Scarichi nel fosso e sostanze pericolose
Il documento approva la prosecuzione dello scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze potenzialmente pericolose — tra cui arsenico, piombo, nichel, cromo e mercurio — in quantità dichiarate inferiori ai limiti di legge.
Le acque, trattate da un nuovo impianto di depurazione biologico di tipo SBR, confluiscono insieme a quelle domestiche e alle acque meteoriche di prima pioggia nel fosso della Cancelliera, che resta il principale punto di recapito.
Nonostante la società dichiari di non impiegare direttamente sostanze tossiche nei processi produttivi, la possibile presenza di metalli pesanti è ricondotta alla natura delle falde sotterranee del territorio pometino, da anni note per la presenza di arsenico e altri elementi derivanti dalle rocce vulcaniche e da attività antropiche.
Monitoraggi e obblighi di controllo
L’autorizzazione impone alla società una lunga serie di prescrizioni tecniche e ambientali in fatto di controlli sulle acque di scarico.
Ogni deviazione dai limiti di concentrazione o malfunzionamento dell’impianto dovrà essere comunicata immediatamente alle autorità competenti.
Inoltre, è previsto il monitoraggio costante dei fenoli e dei solventi organici per verificare l’efficacia del trattamento biologico e la sicurezza degli scarichi.
Un tema di salute e trasparenza pubblica
La voltura dell’autorizzazione non riguarda solo un cambio societario, ma tocca un nodo sensibile: la tutela ambientale e sanitaria di un territorio già fragile, segnato da decenni di attività industriali.
Il fosso della Cancelliera, spesso in secca, resta un canale esposto e vulnerabile. La trasparenza nei controlli e la costanza dei monitoraggi saranno essenziali per garantire che i limiti di legge non restino solo sulla carta.
In gioco c’è la credibilità del sistema di vigilanza ambientale e la sicurezza dei cittadini di Pomezia, che da anni chiedono chiarezza sugli scarichi industriali e sulle sostanze che finiscono, anche in minima parte, nei corsi d’acqua del territorio.
Le scadenze e gli obblighi ambientali della nuova gestione
Con il passaggio a Kenvue Italia, l’impianto di Pomezia dovrà rispettare un calendario serrato di verifiche e comunicazioni.
Ogni 15 giorni dovranno essere effettuati i campionamenti delle acque reflue industriali, i cui risultati verranno registrati internamente e messi a disposizione degli enti pubblici.
Ogni 3 mesi la società dovrà trasmettere un rapporto dettagliato all’ARPA Lazio e alla Città Metropolitana di Roma, contenente i dati dei controlli chimico-fisici e biologici degli scarichi.
Entro il 31 marzo di ogni anno sarà inoltre obbligatorio inviare una relazione annuale sullo stato delle acque reflue, sull’efficienza dell’impianto di depurazione e sugli eventuali interventi di manutenzione effettuati.
Qualora si verificassero superamenti dei limiti di legge o malfunzionamenti dell’impianto, la comunicazione dovrà essere immediata, entro 24 ore, agli enti competenti.
Oltre ai controlli periodici, Kenvue dovrà sottoporre una volta l’anno il proprio impianto a una verifica tecnica complessiva per certificare l’efficienza del sistema di depurazione biologico SBR. Sono inoltre previsti monitoraggi specifici sulla presenza di solventi, fenoli e metalli pesanti, secondo un piano approvato dall’ARPA Lazio.
L’autorizzazione resterà valida fino al 2030, ma potrà essere modificata o revocata in caso di violazioni, o se le condizioni ambientali del fosso della Cancelliera dovessero peggiorare. Un impegno di lunga durata, che vincola la nuova gestione a mantenere standard di controllo elevati e trasparenza costante nei confronti del territorio.
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