A compiere il “miracolo” una cartomante 50enne di Sezze, oggi condannata in via definitiva dalla Corte di Cassazione per furto.
La Suprema Corte ha infatti confermato la sentenza emessa il 5 luglio 2021 dal giudice monocratico del Tribunale di Latina, già ribadita in Appello.
Fine della corsa, dunque, per la “maga” di Sezze che prometteva di togliere il malocchio e invece lo faceva al portafoglio.
Pene d’amore a Sezze: la maga e i riti di purificazione per togliere il malocchio
Tutto comincia tra maggio e luglio del 2018, quando due amiche di Sezze si rivolgono alla cartomante per chiedere aiuto contro il malocchio. Una delle due, appena lasciata dal compagno, è convinta di essere vittima di una “fattura” e, in cerca di conforto, contatta la donna, nota in paese per i suoi “riti di purificazione”.
La cartomante – che secondo le indagini dei Carabinieri appariva più una sorta di esorcista con tendenze alla magia nera che una semplice lettrice di tarocchi – avrebbe parlato di gatti neri, riti con sangue mestruale e lavaggi spirituali. Il rituale, spiegava, richiedeva di “lavare” anche l’oro di casa, per liberarlo dalle energie negative.
Il rito della scatola magica
Così, nelle due abitazioni, la donna convince le malcapitate a radunare tutto ciò che hanno di valore. In un caso, una delle vittime – poi costituitasi parte civile – consegna alla cartomante collane, bracciali, medaglie e catenine in oro per un valore di 30mila euro. Nell’altro, la seconda donna offre un orologio da 3mila euro per la stessa “purificazione”.
La scena sembra uscita da un film: la cartomante raccoglie i preziosi in una scatola, pronuncia frasi misteriose, poi, con una scusa, distrae le clienti. In pochi istanti, il “rito” si trasforma in un colpo da manuale: la donna sostituisce i gioielli con bigiotteria e ferraglia, consegna la scatola alle proprietarie e raccomanda: “Non apritela per 20 giorni, o il malocchio tornerà più forte di prima”.
Peccato che una delle due, spinta dalla curiosità (o da un sospetto), apra il contenitore dopo pochi giorni. Dentro, niente oro, ma chincaglieria. Un’epifania che mette fine alla fiducia nella maga e dà inizio a un’indagine serrata.
Dalla magia alla giustizia
La denuncia presentata ai Carabinieri porta alla scoperta dell’intera messinscena. L’inchiesta documenta un sistema in cui la cartomante – oltre ai “riti” – chiedeva per ogni visita tra i 200 e i 300 euro, sempre in contanti, “per scacciare la sfortuna”.
Quello che porta però la maga in carcere è il furto.
La condanna in primo grado a 2 anni e 2 mesi di reclusione per furto. arriva nel 2021. Successivamente la Corte d’Appello di Roma conferma la pena, eliminando solo l’aggravante del “danno ingente”. Ora anche la Cassazione chiude il cerchio: la condanna per la “maga” di Sezze è definitiva.
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