Mercoledì 29 ottobre 2025, dalle 16.30, il Consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria per discutere, tra gli altri temi, un punto che promette di riaccendere lo scontro con Roma.
Verrà trattata, difatti, una interrogazione che riguarda un progetto alternativo di riqualificazione della splendida tenuta verde di circa 30 ettari presentato dalla sindaca Emanuela Colella e dall’assessore all’Ambiente Alessandro Silvi al sindaco di Roma Roberto Gualtieri in un incontro svoltosi lo scorso 11 ottobre.

Proprio Gualtieri negli ultimi anni si è fatto promotore della volontà di trasferire diverse decine di autodemolitori romani zona Centocelle proprio sull’area verde castellana.
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I dettagli del progetto alternativo, difatti, non sono ancora stati resi pubblici, dalla Giunta Colella.
L’obiettivo di questo progetto alternativo, caldeggiato dall’Amministrazione Colella, i cui dettagli sono ancora top secret, sarebbe chiaro: bloccare definitivamente l’arrivo promosso dal sindaco Gualtieri degli sfasciacarrozze di Roma nella zona verde a ridosso dell’aeroporto. Lo scopo?
Proporre un progetto alternativo di riqualificazione che restituisca valore ambientale e sociale a un’area da anni contesa tra istituzioni e magistratura.
Ciampino, la Tenuta La Barbuta sotto assedio
La Barbuta, 80 ettari di terreno tra Ciampino, Capannelle e Centocelle, è da tempo al centro di un braccio di ferro istituzionale.

Nel 2024, il Ministero della Cultura aveva già bocciato la proposta del Campidoglio, che prevedeva di trasferire decine di centri di demolizione auto da Centocelle alla periferia di Ciampino, definendo l’area “di eccezionale interesse paesaggistico”.
Una decisione che aveva sorpreso la Giunta Gualtieri, la quale sosteneva che la Barbuta fosse “già compromessa” da anni di degrado e occupazioni.
Da qui, la richiesta di Roma Capitale di rivedere il parere ministeriale, nella convinzione di poter trasformare il sito in un impianto di “economia circolare” per la gestione dei veicoli fuori uso.
Ma a Ciampino la parola “impianto” è bastata per accendere l’allarme: secondo molti cittadini, l’arrivo degli sfasciacarrozze rappresenterebbe la definitiva cancellazione dell’ultima area verde di confine con Roma.
Ciampino prepara la controffensiva per La Barbuta
La seduta del 29 ottobre sarà quindi più di una semplice interrogazione: si preannuncia come la presentazione ufficiale di un progetto alternativo, ideato dalla Giunta Colella, per la riqualificazione ecologica della Barbuta.
Fonti comunali spiegano che l’intento è quello di proporre un piano di recupero sostenibile, in grado di restituire alla città un’area pubblica destinata a parco urbano e centro sportivo, con percorsi naturalistici e spazi sociali.
Un’idea diametralmente opposta rispetto alla visione “industriale” di Roma Capitale.
“Non possiamo permettere – avrebbe commentato un consigliere che preferisce non comparire – che Ciampino diventi la discarica di Roma. L’area della Barbuta deve tornare ai cittadini, non agli autodemolitori”.
Il muro del Ministero e il sequestro della Procura di Roma
A complicare ulteriormente il quadro è arrivato, nel 2024, anche il sequestro dell’area disposto dalla Procura di Roma dopo l’incendio del 2022 che devastò parte della zona industriale degli sfasciacarrozze a Centocelle.
Quel provvedimento, tuttora in vigore su alcune particelle della Barbuta, ha di fatto congelato ogni progetto di trasferimento, obbligando Roma Capitale ad attendere l’autorizzazione della magistratura.
Nonostante il sindaco Gualtieri disponga di poteri commissariali per accelerare le opere in vista del Giubileo, l’iter è fermo. L’Ama ha bonificato le aree accessibili, ma la parte sotto sequestro resta inaccessibile.
Un limbo amministrativo che ha finito per favorire, indirettamente, la posizione di Ciampino.
Tra Centocelle e Ciampino, una guerra di confine
Da una parte, i residenti di Centocelle, che chiedono da anni la rimozione degli autodemolitori lungo la Palmiro Togliatti per dare spazio al futuro parco del Giubileo; dall’altra, i cittadini di Ciampino, che temono di diventare le vittime collaterali di quel progetto.
“Non vogliamo pagare il prezzo della riqualificazione di Roma”, ripetono da tempo i comitati locali. E la Giunta Colella sembra decisa a difendere questa posizione anche sul piano istituzionale.
L’interrogazione del 29 ottobre sarà dunque il primo passo verso una trattativa politica diretta con Roma Capitale, nella quale Ciampino intende far valere le proprie ragioni non solo ambientali, ma anche urbanistiche e sanitarie.
L’intervento di Ciampino arriva in un momento delicato, in cui il Campidoglio sta cercando di rimettere mano al dossier in vista della fine del Giubileo 2025. Tuttavia, la compattezza politica di Ciampino sembra più solida che mai.
Il futuro della Barbuta, tra speranze e vincoli
In attesa della seduta del Consiglio, resta da capire se il nuovo piano potrà davvero invertire la rotta. Roma non ha ancora abbandonato l’idea del trasferimento, ma la posizione di Ciampino si è fatta più autorevole, anche grazie al sostegno dei cittadini e ai vincoli ambientali riconosciuti dal Ministero.
La Barbuta, oggi, è un simbolo di resistenza civica e di conflitto istituzionale. Da un lato, la necessità di Roma di liberare Centocelle per un futuro parco urbano; dall’altro, il diritto di Ciampino e dei Castelli Romani di proteggere il proprio territorio e la salute dei suoi abitanti.
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