L’episodio, avvenuto in un tratto di costa oggetto di concessione demaniale, aveva avuto conseguenze drammatiche: il giovane riportò lesioni gravi e la famiglia avviò un’azione civile chiedendo il risarcimento dei danni, ritenendo responsabili sia la titolare dello stabilimento, una donna oggi 74enne, sia il Comune di Nettuno, per presunte carenze nella sicurezza dell’area.
In Tribunale una causa da oltre otto milioni di euro
Nel marzo del 2022 i genitori del ragazzo – oggi 22enne – avevano citato in giudizio la Concessionaria e il Comune di Nettuno davanti al Tribunale di Velletri, chiedendo complessivamente oltre 8 milioni di euro tra danni patrimoniali e morali.
Secondo l’atto di citazione, il tuffo sarebbe avvenuto da una struttura in cemento accessibile al pubblico, priva di adeguata segnalazione del pericolo.
Sia la Concessionaria che l’ente comunale si erano costituiti in giudizio, respingendo ogni addebito e chiamando in causa le rispettive compagnie assicurative — Generali Italia per la concessionaria e Argoglobal Assicurazioni per il Comune — sostenendo la natura imprudente del gesto del giovane.
Nel corso degli anni successivi si sono susseguite udienze, testimonianze e perizie, con decine di documenti prodotti in atti.
Accordo con Concessionaria e Comune di Nettuno
Dopo oltre tre anni di contenzioso, e alla vigilia di nuove audizioni fissate per il 2025, le parti hanno scelto la via della conciliazione.
Nel maggio dello stesso anno, su richiesta congiunta, il giudice ha sospeso il procedimento per consentire la definizione di un accordo bonario.
Nei mesi successivi è stato firmato l’atto di transazione che ha chiuso definitivamente la causa civile. In base all’accordo, il giovane riceverà complessivamente 165mila euro, somma che include anche i contributi per le spese legali.
Nel dettaglio, la concessionaria – tramite la propria assicurazione Generali Italia – verserà 150mila euro, oltre a 12.600 euro circa di compensi legali.
Il Comune di Nettuno corrisponderà 5mila euro a titolo di franchigia assicurativa, con un ulteriore contributo per le spese di difesa di 20mila euro coperto dalla compagnia Argoglobal Assicurazioni.
Nessun riconoscimento di colpa
Nel testo dell’accordo, sottoscritto nel settembre 2025, si specifica che nessuna delle parti riconosce alcuna responsabilità: il pagamento è avvenuto “per mero spirito di bonaria conciliazione” e “al solo fine di evitare le incertezze del giudizio”.
Per la famiglia del giovane, si chiude così una vicenda lunga e complessa, iniziata in un giorno d’estate del 2017 e approdata soltanto ora a una soluzione definitiva, senza sentenza ma con un accordo economico che mette la parola fine a otto anni di udienze e carte bollate.
Leggi anche: Via subito ai lavori che cambieranno il volto di Nettuno: più di 500 nuovi posti auto e altre sorprese























