Addio alla storica sede Formalba (Albafor) di Marino
La determinazione regionale ricostruisce un passaggio burocratico preciso: Formalba ex Albafor ha chiesto la revoca dell’accreditamento della sede di Marino. La richiesta è stata esaminata e accolta dal competente ufficio regionale dopo istruttoria.
La pubblicazione dell’atto sul Bollettino Ufficiale regionale vale come notifica formale. Di fatto, un punto fisico della rete formativa locale si spegne: meno spazi per la formazione, meno punti d’accesso per i giovani e per chi cerca riqualificazione professionale sul territorio.
Cosa resta tra Castelli Romani e litorale: Albano, Cecchina, Velletri, Colleferro e… Pomezia
Resta attiva la rete delle altre sedi: Cecchina (frazione di Albano), Albano Laziale (centro), Colleferro, Pomezia e Velletri. Ma la chiusura di Marino riduce la capillarità dell’offerta sul territorio.
Quel che rende la chiusura un fatto di interesse pubblico non è soltanto la perdita di una sede. È la storia che ha portato a questo momento: un lungo percorso che ha visto l’ente transitare dalla gestione pubblica a quella privata, nel 2017, attraversando una lunga e travagliata storia giudiziaria tra fallimenti, cessioni, passaggi societari e contestazioni politico-giudiziarie che si sono chiuse alla fine del 2017, quando la Aless Don Milani comprò l’intera scuola con sedi e personale per soli 50mila euro.
Questo passaggio non è neutro: ha cambiato il rapporto tra cittadini e servizi formativi, e con studenti e lavoratori, e mutato le garanzie sulla trasparenza dell’impiego di fondi pubblici.
L’interesse pubblico al centro
Perché tutto questo interessa la comunità? Per tre ragioni semplici.
Primo: la formazione professionale è uno strumento pubblico per l’occupazione e la scolarizzazione professionale. Quando sedi scolastiche storiche chiudono, diminuiscono le opportunità locali di formazioni delle nuove generazioni.
Secondo: i corsi finanziati con denaro pubblico richiedono trasparenza e controllo. Le passate vicende economiche dell’ente sollevano domande sul corretto uso delle risorse e del rapporto con i lavoratori.
Terzo: la continuità dei servizi e la tutela di studenti e lavoratori rappresentano un interesse collettivo che va oltre il singolo soggetto gestionale.
La revoca dell’accreditamento a Marino è più di un atto amministrativo. È la fotografia di una transizione problematica tra pubblico e privato.
Le ripercussioni sono concrete: Il territorio dei Castelli Romani ha bisogno di risposte rapide e trasparenti. Non per slogan, ma per misure che tutelino il diritto alla formazione, la qualità dei corsi e la dignità del lavoro.























