Le ultime misurazioni effettuate il 28 ottobre da Giancarlo Della Monica, delegato alla sostenibilità del Comune di Grottaferrata e presidente dell’associazione Grottaferrata Sostenibile, certificano un dato drammatico: -124 centimetri in soli tre anni. La prima misurazione risaliva al 28 ottobre 2022.
L’Autorità di Bacino conferma la drammaticità della situazione, anzi ne dà un quadro ancora più critico. I dati degli ultimi 25 mesi, infatti, fanno segnare il dato ufficiale di -115 centimetri! Con una accelerazione nella diminuzione del livello negli ultimi 4 mesi.

Vedi direttamente i dati del Teleidrometro dell’Autorità di Bacino: CLICCA QUI.
Come si nota dal grafico, negli ultimi 4 mesi la curva del calo si è accentuata: il livello decresce sempre più velocemente.
Un calo continuo, che non si arresta nemmeno in autunno e inverno, quando in teoria le piogge dovrebbero restituire linfa al bacino.
Invece le acque arretrano, la spiaggia si allunga e il paesaggio del lago di Castel Gandolfo cambia volto, lasciando emergere pietre e rive un tempo sommerse. È il segno evidente di una crisi idrica profonda e strutturale, che colpisce non solo il lago ma l’intera falda dei Colli Albani.
Lago Albano, i prelievi di Acea per undici comuni dei Castelli (più il Vaticano)
Il nodo principale resta quello dei prelievi idrici di Acea Ato2, che dal pozzo di Sforza Cesarini, a pochi passi dal lago, pompano acqua 24 ore su 24 per servire undici comuni dei Castelli Romani: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Palestrina, Rocca Priora, Zagarolo e, più di recente, Rocca di Papa.
Un sistema di captazione che non si ferma mai — né di giorno né di notte — e che, secondo le associazioni ambientaliste, opera senza limiti chiari di portata e senza meccanismi di compensazione ambientale.
Ad agosto, il Consiglio comunale di Castel Gandolfo aveva chiesto formalmente lo stop ai prelievi H24, denunciando il rischio concreto di un collasso idrogeologico. Ma da allora, tutto è rimasto immobile.
I giardini del Papa e il “mistero” dei prelievi vaticani dal lago
A pesare sul bilancio idrico del bacino non ci sono solo i prelievi civili. Anche lo Stato della Città del Vaticano continua a utilizzare l’acqua proveniente dall’area di Castel Gandolfo per l’irrigazione dei giardini pontifici. Una tradizione antica, certo, ma oggi sempre più da ridefinire in un contesto di emergenza ambientale.
Sul volume esatto dei prelievi, tuttavia, non esistono dati pubblici, anche in questo caso. Nessun documento ufficiale, nessuna cifra trasparente. È un altro dei tasselli mancanti in un mosaico che, nel complesso, lascia intuire la portata di una pressione eccessiva su un sistema idrico ormai allo stremo.
L’incontro “segreto” in Regione Lazio sul lago: chi informa i cittadini?
Proprio venerdì 24 ottobre 2025, nella sede della Regione Lazio, si è tenuta una riunione urgente convocata dall’AUBAC – l’Autorità di Bacino, con i comuni di Castel Gandolfo, Albano, Genzano e Nemi.
Un vertice che avrebbe dovuto fare chiarezza sulle cause del calo e sulle misure di contenimento, ma che si è invece concluso nel più totale silenzio.
Nessun comunicato, nessuna nota ufficiale, nessuna dichiarazione pubblica.
Dalle amministrazioni locali non è trapelata nemmeno mezza parola, come se si trattasse di un tema riservato, da “segreto di Stato”, e non di una questione ambientale che riguarda decine di migliaia di cittadini.
L’associazione Grottaferrata Sostenibile ha chiesto “Un cambio di passo da parte di Enti ed Autorità”.
L’interrogazione del senatore Silvestroni rimasta senza risposta, per il momento

Sempre a proposito di lago Albano, sul caso della condotta Acea che serve 11 Comuni della zona in corso di ristrutturazione, è intervenuto a luglio scorso anche il senatore Marco Silvestroni, che ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo al Ministero dell’Ambiente di verificare la regolarità dei prelievi Acea e lo stato della condotta stessa che collega il lago alle reti dei Castelli Romani.
L’atto parlamentare è stato depositato da settimane, ma nessuna risposta ufficiale è ancora arrivata dal Governo. Nel frattempo, il livello del lago continua ad aumentare la velocità della sua discesa.
Ormai la gravissima crisi è sotto gli occhi di tutti. Le testimonianze e gli appelli ad intervenire si moltiplicano sui social network.
Riportiamo qui il video pubblicato su Facebook in data 10 ottobre 2025 da Maurizio Bocci che riporta la drammatica testimonianza del calo delle acque visibile ormai giorno per giorno.
Una crisi di sistema, non solo di un lago, con l’inceneritore di Roma che incombe sulla falda
Il progressivo prosciugamento del Lago Albano non è un episodio isolato. È il sintomo di una crisi idrica complessiva che interessa tutta la falda dei Colli Albani, un territorio fragile dove la domanda di acqua supera ormai la capacità naturale di rigenerazione.
Senza una gestione unitaria, senza trasparenza e senza un piano di emergenza ambientale, il rischio è che il lago diventi presto un bacino fantasma, vittima di scelte politiche opache e interessi contrapposti.
La natura, intanto, lancia i suoi segnali: rive che si allungano, acque che si ritirano, sorgenti che si spengono.
E il silenzio delle istituzioni, più che mai, suona come un’eco sinistro sopra quello che un tempo era il cuore blu dei Castelli Romani.
A maggior ragione visto e considerato che, sulla falda dei Colli Albani, ora pende anche l’inceneritore Acea di Roma, che potrebbe costituire il colpo mortale sull’intero sistema idrico dei Castelli Romani.
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