Il gesto, simbolico e carico di amarezza, che possiamo battezzare come “La rivolta di San Michele Arcangelo”, nasce dalla frustrazione per una situazione che va avanti da mesi: le palestre scolastiche restano ancora chiuse.
San Michele ha sconfitto il diavolo, ci aiuti ora a vincere per i 1000 sportivi lasciati a casa
Dal Comitato per l’Emergenza Sportiva di Aprilia hanno spiegato:
“Siamo arrivati a novembre e le palestre scolastiche sono ancora chiuse, ormai non ci resta che sperare in un miracolo e chi meglio del Patrono di Aprilia, S. Michele Arcangelo che ha sconfitto persino il diavolo, potrebbe darci una mano?
Visto che oggi è il giorno di Ognisanti, l’abbiamo però supplicato di farsi aiutare anche da tutti gli altri Santi, perché temiamo che da solo non riuscirà a convincere le Commissarie che, continuare a tenere chiuse le palestre scolastiche lasciando a casa 1000 atleti, bambini ed adolescenti, sta solo facendo male a questa città.”
L’inefficienza del Comune di Aprilia
Il malcontento tra le associazioni è forte. I presidenti delle ASD non nascondono la loro rabbia:

“Stiamo pagando l’inefficienza del Comune” proseguono “che ha consapevolmente indetto in ritardo il bando di assegnazione.
La cosa più triste è che tentano di giustificarsi tirando ogni volta la scusa della mafia ad Aprilia, ma se questi stessi controlli li avessero fatti in tempo, ad esempio a giugno, ora le palestre sarebbero aperte.”
Le parole sono dure e mettono in luce un problema di gestione che si trascina da tempo. Secondo le associazioni, la chiusura delle palestre non solo penalizza i giovani sportivi, ma indebolisce anche il tessuto sociale della città.
“Siamo al ridicolo”: la protesta si fa amara
“Siamo al ridicolo,” aggiungono indignati dal Comitato “la mafia è noto va solo dove c’è il business e non viene certo nelle associazioni sportive che si dividono, spesso alternandosi tra loro, quattro misere ore pomeridiane nelle ‘sgarrupate’ palestre scolastiche apriliane e che sopravvivono grazie al volontariato di chi ama lo Sport.”
Un’accusa diretta all’Amministrazione commissariale, accusata di bloccare un intero settore sportivo in nome di controlli tardivi e procedure burocratiche lente. Le parole riflettono la stanchezza di chi, da mesi, attende una soluzione.
Azioni legali in vista contro il Comune
La protesta non si ferma alle parole.
I componenti del Comitato annunciano che, insieme ai legali del Codacons, stanno valutando di procedere per vie legali. “Con i legali del Codacons stiamo valutando di agire in sede civile per i danni creati alle associazioni sportive e alla città, in sede penale per il ritardo consapevole della pubblicazione del bando, atto d’ufficio, che ci ha portati a questa situazione disastrosa e alla Corte dei Conti qualcuno dovrà spiegare per quale motivo il Comune di Aprilia, che ci dicono avere grossi problemi economici, ha rinunciato ad incassare per mesi decine di migliaia di euro dai canoni concessori.”
Un ultimatum che segna la svolta di una vicenda ormai intollerabile per il mondo sportivo apriliano. Mentre i bambini restano senza palestra e le associazioni sospese tra speranze e burocrazia, la città si interroga su quando potrà tornare a vivere lo sport come prima.
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