L’incarico con la Nazionale della Germania e anche la nomina a “Tecnichal commissioner” della Wbsc, la federazione mondiale di baseball e softball. Un amore che non si era mai sopito, quello per il batti e corri, nonostante Ruggero – 53 anni, titoli su titoli nel suo palmares – avesse provato in più occasioni a dire basta. Anche quando Martin Helmig, conosciuto ad Anzio all’inizio degli anni ’80, lo aveva chiamato per l’esperienza tedesca. “Avevo delle perplessità, inizialmente ho detto di no – spiega “Pantera” – per me un trasferimento sarebbe stato impossibile. Martin ha insistito, lavorerò con loro solo per alcuni periodi, e poi c’è l’obiettivo della qualificazione al World baseball classic. Non sarà facile, ma nemmeno immaginavo che ci fossero tanti giocatori di origini tedesche negli Usa. Lavoreremo e ci proveremo, a pensarci bene dopo aver fatto tutte le manifestazioni internazionali il Classic è l’unico che mi manca”. Rientrerà in campo mondiale già prima, però, al torneo under 15 in Giappone, dal 29 luglio al 7 agosto. E qui c’è la storia di una “riconciliazione” anche con la Fibs e il presidente Riccardo Fraccari. “Devo ringraziarlo di questa opportunità e con lui Alberto De Carolis che ha fatto da tramite. Ci siamo visti mesi fa, siamo stati a pranzo, abbiamo chiarito qualche vecchio dissidio, mi ha fatto questa proposta che ho accettato con entusiasmo e gioia”. Il “pallino” di Ruggero restano le partite da far giocare in Italia: “Non cambio idea, 24 squadre, 4 gironi secondo la vicinanza territoriale, si gioca ogni giorno e si cresce. Va bene anche la proposta delle Leghe invernali, ma è per i giovani che non hanno impegni di lavoro. Di Nettuno Bagialemani è stato l’emblema in questo sport, da Nettuno continuerà a esserlo nel movimento. Con ruoli diversi, ma pur sempre di assoluto spessore e sempre motivo di orgoglio per la “città del baseball”. “E’ il modo migliore – dice – per tornare nel movimento”. L’addio è un ricordo, insomma: “Il campo mancava, ho detto no a diverse proposte in Italia, ma quando hai questo sport dentro e arriva una chiamata del genere, puoi solo dire grazie e partire”.
30/06/2016