La trasmissione Matrix di Canale5 si è occupata ieri sera dello sgombero della scuola Trilussa di Pomezia occupata per due giorni dagli operatori delle pulizie che rischiavano di vedersi tagliare l’orario di lavoro. Decisione assunta dal Ministero dell’Istruzione, da cui questi lavoratori dipendono.
Il Sindaco di Pomezia Fucci su facebook ripercorre tutta la vicenda per cercare di riportare i fatti sul piano della verità. Ma soprattutto per chiarire che è stata la Questura, e non l’Amministrazione Comunale, a disporre lo sgombero: fatto su cui Matrix ieri sera ha molto insistito.
“A dicembre – scrive Fucci – i lavoratori oggetto dei tagli sono intervenuti in un consiglio comunale di Pomezia e sono stati ascoltati, ricevuti da me il giorno successivo, e l’intero consiglio comunale con me ha prodotto e firmato una lettera indirizzata al Ministero competente per chiedere di risolvere la questione in modo di tutelare i lavoratori coinvolti. In quella occasione si è ottenuta una proroga trimestrale dei contratti. Il 17 febbraio scorso sono stato chiamato intorno alle 21.30 per essere avvisato che alcune persone avevano occupato una scuola del Comune di Pomezia. Io, insieme a parte della giunta ed alcuni consiglieri comunali di maggioranza ci siamo immediatamente recati sul luogo per parlare con gli occupanti, lavoratori ex-lsu impiegati nel servizio di pulizia degli edifici scolastici, gli stessi che avevamo ricevuto un paio di mesi prima. Gli stessi oggetto dei provvedimenti del Ministero dell’Istruzione”.
“Quella sera – aggiunge il Sindaco – ho ancora una volta parlato con gli occupanti ed ho offerto di nuovo la collaborazione istituzionale per riportare la questione sui tavoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ho chiesto in quella occasione di liberare la scuola, per non interrompere il servizio scolastico e per evitare a loro le nefaste conseguenze derivanti dall’interruzione di un pubblico servizio. Gli occupanti non hanno voluto sentire ragioni e, dopo circa un’ora di colloquio, ci hanno costretto a lasciare l’edificio sotto la “minaccia” di azioni di autolesionismo”.
“Per la mattina successiva ho disposto un servizio di vigilanza operato dalla Polizia Locale comunale per evitare ripercussioni sulla viabilità e per evitare che si creassero spiacevoli situazioni di attrito tra gli occupanti ed i genitori degli alunni che non erano, ovviamente, a conoscenza della chiusura della scuola. La polizia locale mi ha riferito di accesi scontri verbali tra i genitori degli alunni e gli occupanti della scuola, causato dall’impossibilità di entrare. Nella stessa mattina ho inviato una nota alla Prefettura di Roma per informare dell’occupazione e per evitare ricadute sulla pubblica sicurezza. La Prefettura si è dimostrata da subito collaborativa ed abbiamo convenuto sulla necessità di intervenire in maniera pacifica per far cessare con il dialogo l’occupazione del pubblico edificio. La Prefettura avrebbe provveduto a contattare gli occupanti”.
E ancora: “Nel pomeriggio del 18 ho parlato telefonicamente con un referente degli occupanti ribadendo l’importanza di un loro gesto volontario nel liberare l’edificio e di parlare anche con gli altri occupanti sensibilizzandoli sulle conseguenze dell’occupazione e dell’ormai avvenuta interruzione del pubblico servizio. La Prefettura, di concerto con la Questura, evidentemente in seguito al fallimento dei tentativi di sgombero “bonario” della struttura, hanno ritenuto di intervenire con lo sgombero nella mattina del 19 febbraio. Ad operazioni concluse sono stato contattato dal dirigente della Polizia di Stato che ha seguito le operazioni, il quale mi ha comunicato che la procedura era terminata senza problemi e resistenze da parte degli occupanti. Versione confermata dalla Polizia Locale comunale, presente in loco la mattina dello sgombero”.