È la famiglia di Agostino Ficorella, il 58enne morto tra il 19 e il 20 giugno all’interno della ditta Stradaioli di Aprilia, schiacciato da un cancello che gli è crollato addosso, a chiarire alcuni dettagli della vicenda ma soprattutto a chiedere ai colleghi del loro congiunto di dire ai Carabinieri quello che sanno.
«Ficorella – scrive l’Avv. Marina Armelisasso, legale di Gabriella Lorenzin moglie di Ficorella – svolgeva dal primo marzo 2015 le mansioni di guardiano notturno, con orario dalle 22 alle 6 per sette giorni la settimana, senza riposo e senza che fosse stato regolarizzato, per una retribuzione di €.1.100 mensili. Questo risulta anche dalle telecamere che nei giorni precedenti l’infortunio sul lavoro, lo hanno ripreso mentre girava con il mezzo aziendale all’interno delle sedi del Gruppo Stradaioli».
I problemi col cancello sarebbero cosa nota, stando sempre alla moglie della vittima. «Egli (Ficorella, ndr) si si era più volte lamentato con i superiori della difficoltà di manovrare manualmente il cancello – scrive ancora l’l’Avv. Armelisasso – predisposto per l’automazione, mai realizzata, ciononostante l’azienda cerca di attribuire la responsabilità del fatto a presunti malviventi, che avrebbero manomesso il cancello».
La vedova ed il suo avvocato non sono d’accordo sulla tesi del cancello scardinato dai ladri. «Dissentiamo da tale posizione perché se il cancello fosse stato a norma, e dunque in grado di scorrere sui due binari sottostante e sovrastante, formato in unico pezzo, e non in due uniti con giunture bullonate, apribile con dispositivo elettrico, protetto con una grata a rete, di peso adeguato, questo non sarebbe caduto e comunque non avrebbe ucciso il sig.Agostino, a cui alcuno peraltro aveva impartito nozioni antinfortunistiche», si legge ancora.
Infine, l’appello: «Invitiamo, per il tramite del vostro giornale, tutti i dipendenti a conoscenza dei fatti, a rivolgersi alla Stazione dei Carabinieri di Aprila, e a non temere di dire la verità per rispetto al loro collega ed alla loro dignità di lavoratori».