Il 4 marzo 2014 i Portavoce al Senato Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni, con le firme di tutti i i Portavoce M5S delle commissioni a cui i ministri interrogati fanno riferimento di riferimento, Commissione XI – Lavoro e politiche sociali e Commissione II – Giustizia e cioè Catalfo, Puglia, Paglini, Airola, Cappelletti, Bencini, Giarrusso, Buccarella, hanno presentato un’interrogazione sulla condizione dei dipendenti di Latina de La Provincia Quotidiano.
Nel luglio 2013 la Guardia di Finanza apre un’indagine nei confronti della Effe Cooperativa Editoriale Spa, per il sospetto percepimento illecito di contributi all’editoria per gli anni 2008, 2009 e 2010 relativamente ad una sostanziosa somma che si aggira intorno ai 5 milioni di euro, anni che hanno visto alla presidenza del CdA Arnaldo Zeppieri, noto costruttore del frusinate. Questa la premessa per introdurre la vicenda dei dipendenti di una delle due sedi della cooperativa: assunti come subordinati ma tuttavia “soci” di questa cooperativa, chiamata per sua natura al rispetto dei parametri mutualistici più di qualsiasi altra forma associativa aziendale, giornalisti e poligrafici della sede di Latina sono stati lasciati per ben 10 mesi senza alcun tipo di sostentamento. Il 24 febbraio 2014 è seguita la firma di un accordo tra lavoratori, OO.SS., Davide Rea (nuovo Presidente del CdA) e Umberto Celani (direttore della testata), che sancisce l’azzeramento delle ore lavorative senza rotazione con gli altri dipendenti della sede “madre” di Frosinone, per i quali invece è prevista solo una riduzione dell’orario di lavoro. Questa l’unica soluzione che la società ha inteso sottoscrivere per garantire ai dipendenti latinensi una minima forma di ammortizzatori sociali. Per avere un’idea migliore nei riguardi di questo accordo, è importante sottolineare che l’istituto di rotazione è previsto per legge e nasce dalla oggettiva necessità di non gravare con la riduzione delle retribuzioni soltanto alcuni lavoratori ed ha come ulteriore scopo quello di porre un freno ad eventuali decisioni di vertice finalizzate ad un trattamento disarmonico tra dipendenti con fine discriminatorio. Dunque, non essendo rispettata l’alternanza tra dipendenti delle due sedi che fanno comunque capo alla medesima società, i vertici dell’azienda si assumono con consapevolezza l’infrazione questo principio, oltre che i 10 mesi senza retribuzione, mancata corresponsione dei rimborsi 730, delle indennità di disabilità, maternità e degli assegni familiari, di ferie e giorni liberi non pagati o pagati parzialmente ai lavoratori.
Inoltre, la chiusura dell’edizione pontina de La Provincia si va ad aggiungere alle svariate chiusure di testate giornalistiche e televisive nella provincia di Latina. Al momento le uniche testate giornalistiche che editano nel territorio pontino sono il Messaggero edizione Latina e Latina Oggi (che da poco una sentenza ne ha dichiarato il fallimento). In un simile contesto di desertificazione dell’offerta giornalistica viene ostacolata la concorrenza mettendo così a serio rischio la democrazia e la qualità dell’informazione.
I Portavoce del M5S quindi intervengono per sottolineare che in una realtà come quella editoriale e giornalistica, spesso umettata da risorse pubbliche, non sia affatto garantita l’indipendenza del ruolo di giornalista che suo malgrado non viene valorizzato e rimane stritolato da tutt’altro tipo di interessi.