Abbandonata in un letto, senza cure e senza cibo, fino a farla riempire di piaghe e disidratare. Un vero e proprio omicidio quello compiuto da parte del gestore e del personale di una comunità alloggio di Aprilia ai danni di un’anziana di 85 anni. Con questa convinzione, ritenendo che le ipotesi formulate in sede di indagine abbiano trovato conferma nella lunga istruttoria, il pubblico ministero Cristina Pigozzo ha chiesto cinque condanne, per un totale di 71 anni di reclusione, e una sola assoluzione per quella che un tempo veniva definita insufficienza di prove.
Il pm ha sostenuto che la morte di Elisabetta Pinna, il 18 aprile 2010, è stata la conseguenza del trattamento ricevuto dalla donna nella casa per anziani Villa Sant’Andrea e che quando la 85enne era stata ricoverata prima all’ospedale di Anzio e poi in quello di Gallarate, in provincia di Varese, era ormai troppo tardi. Per il pubblico ministero una vicenda in cui ha responsabilità tanto chi gestiva la comunità di Aprilia che chi vi lavorava, il primo per aver cercato fino alla fine di nascondere la situazione e di evitare un ricovero, che avrebbe fatto emergere quanto compiuto, e gli altri per essere rimasti in silenzio, preoccupati solpo di difendere il loro posto di lavoro. “Nessun dubbio sulle responsabilità”, ha affermato il pm al termine della sua requisitoria, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina. Rivolgendosi al presidente Nicola Iansiti, al giudice a latere Giorgia Castriota e ai sei giudici popolari, il pubblico ministero ha così chiesto 14 anni e 3 mesi di reclusione per Alfio Quaceci, 71 anni, gestore della comunità alloggio Villa Sant’Andrea, 14 anni e 4 mesi per la più stretta collaboratrice del 71enne, Maria Grazia Moio, e 14 anni e 1 mese a testa per l’infermiera Gheorgeta Palade, romena, residente a Nettuno, e per gli operatori Noemi Biccari, di Nettuno, e Carmelina Maggiordomo, di Anzio. Chiesta invece l’assoluzione per la collaboratrice Luciana Liberti, sempre di Nettuno. Richieste sostenute dalle parti civili e che sta ora cercando invece di smontare la difesa. Il processo è stato rinviato al prossimo 27 settembre per le arringhe e in quella data forse verrà emessa anche la sentenza.