Non sono bastati i sequestri di ben nove cavalli appartenenti al clan di Silvio effettuati il 22 settembre scorso a fermare alcuni membri della famiglia di origine rom che il giorno dopo il blitz della polizia (coadiuvata da polizia locale, corpo forestale dello Stato e vigili del fuoco) sono tornati a sfrecciare per le vie cittadine a bordo di un calesse trainato da un cavallo. Quanto messo in scena ha il sapore di un vero e proprio atto di forza, un modo per rivendicare la potenza del clan, una risposta al potere dello Stato che solo 24 ore prima si era imposto ancora una volta riportando un po’ di legalità in via Gran sasso e via Copenaghen. Poco dopo le 14 del 23 settembre scorso, alle centrali operative di 112 e 113 sono giunte diverse chiamate, almeno tre, di altrettanti automobilisti preoccupati per un calesse, a bordo del quale avrebbero seduto due rom, che scorazzava per le vie del centro. Il carretto sarebbe stato notato sia in piazza Bruno Buozzi (di fronte al tribunale) che in Piazza della Libertà. Si sarebbe poi diretto in zona Gionchetto, dove sono ancora presenti delle stalle e degli animali di proprietà della famiglia di origine rom. Il mezzo sarebbe stato seguito da almeno una macchina intenta a rallentare i mezzi che seguivano. Sul posto sono state fatte convergere diverse macchine della polizia locale, della polizia di Stato e dei carabinieri, che pure non sono riuscite a intercettare il mezzo segnalato che non potrebbe circolare liberamente su una strada pubblica. Una pratica, quella di far trottare i cavalli per le strade cittadine, di cui vanno molto fieri gli appartenenti al clan che spesso registrano anche dei video dei loro “trottoni” che vengono poi pubblicati su facebook e commentati. Un modo per ribadire la presenza sul territorio e la totale indipendenza dalle regole fissate dalla società civile.
28/09/2016