Quello che qualche tempo fa si era imposto come un disagio e un problema per il territorio, ora, preso nell’ottica giusta, potrebbe diventare un volano turistico e occupazionale. È recente la polemica sorta a seguito della crescita esponenziale della pratica del down-hill e crazy bike, discipline estreme legate alla mountain bike, sui sentieri boschivi di Monte Cavo a Rocca di Papa, che, senza alcuna segnalazione, rappresentano un pericolo per tutti i fruitori e un danno per il sottobosco. Scendendo a gran velocità gli spericolati bikers percorrono perlopiù piste generate dal continuo passaggio di bici, che non sono classificate come sentieri boschivi, in alcuni casi realizzando persino trampolini con movimenti di terra e pedane, che già in passato causarono un incidente mortale.
Sebbene da quanto riportato da una bikers che frequenta la zona di Monte Cavo il fenomeno sia ristretto in realtà a un numero di soggetti poco rispettosi dell’ambiente e dell’incolumità delle persone, tante sono state le segnalazioni di pericolo su cui sono intervenuti i guardiaparco. Ma è proprio sulla pratica di queste attività, come di tutte quelle che ben si prestano a essere praticate all’aria aperta nell’immenso patrimonio boschivo di Rocca di Papa, che si sta concentrando l’impegno della Pro Loco cittadina, finalizzato alla realizzazione di un bike park. «I flussi turistici in questi anni sono cambiati notevolmente – dichiara il presidente dell’associazione Emiliano D’Andrea -, dal turismo di massa si è passati a un turismo spinto dalle emozioni e dalle passioni da coltivare durante i cosiddetti short breaks. Una destinazione turistica deve individuare delle nicchie di mercato a cui rivolgere la propria offerta e concentrarsi per fare in modo che sia la migliore destinazione possibile per praticare la propria passione. Intendiamo fare di Rocca di Papa il fulcro delle attività all’aria aperta di tutta la Regione Lazio, valorizzando l’immenso patrimonio naturalistico che ci caratterizza rispetto a tutti i Comuni della provincia di Roma.
Sull’attività ciclistica ci contiamo molto, basti pensare che il bike park più vicino si trova in Abruzzo, quindi la nostra città potrebbe essere l’unica ad offrire tali servizi su tutto il territorio regionale». Nel concreto si tratta di realizzare sul territorio una rete di percorsi segnalati, con diversi gradi di difficoltà, per l‘esercizio di diverse specialità, quali il downhill e il freeride. Ai percorsi, secondo i progetti, dovrà essere affiancata anche una scuola di ciclismo, in collaborazione con la Federazione ciclistica italiana, dedicata all’apprendimento da parte dei giovani delle abilità tecniche della bicicletta e alle esercitazioni per i tesserati. Il tavolo di lavoro è aperto: certo è che non potrà essere trascurata la geologia del territorio e la tutela ambientale.
