“Ringrazio le centinaia di persone che, telefonicamente e personalmente, mi hanno manifestato la loro solidarietà per i fatti criminosi accaduti ieri pomeriggio ed incoraggiato a “non mollare”, rassicurandoli che continuerò senza indugio il mio percorso, intrapreso da anni, che mi contraddistingue da tutti gli altri politici”. Queste le parole del consigliere comunale di Ardea Luca Fanco, che ha denunciato all’autorità giudiziaria un “gravissimo atto intimidatorio rivolto a me e mio figlio, perpretato nei giorni successivi ad altre mie dettagliate denunce all’Autorità Giudiziaria, riconducibile agli stessi politici di Ardea dell’atto di ieri”. “Anche allora, come ieri, preferii denunciare e chiedere l’intervento delle Autorità Giudiziarie di Anzio, anzichè di quelle locali. Nella stessa giornata di ieri, ho avuto ulteriormente la conferma che alcuni politici “misteriosamente” sanno i contenuti delle mie denunce nei loro confronti, in tempo reale, presentate ad Ardea. Sono fiducioso delle Autorità Giudiziarie inquirenti che possano far luce sull’accaduto ed assicurare alla giustizia i criminali”.
Solidarietà è stata espressa dagli Amici di Grillo Ardea: “Non può e non deve passare la logica che chiunque, nel partecipare al governo di questa città, impegnandosi seguendo i propri ideali possa essere fatto oggetto di atti criminosi solo perché non condiviso o scomodo”, scrivono sul loro blog. “Non possiamo ritenere il Consigliere vicino alle nostre idee di far politica, ma questo non sarà mai per noi motivo di far mancare, a chiunque, tutto il nostro appoggio nel perseguire la strada della legalità e della giustizia che, speriamo, al più presto possa individuare e degnamente punire il responsabile di questo insulso gesto”.
“Vogliamo esprimere la più sincera vicinanza e solidarietà a Luca Fanco vittima di una intimidazione che, già di per se intollerabile, raggiunge, essendo eseguita coinvolgendo il piccolo figlio, un livello di pericolosità e vigliaccheria non classificabile”, aggiunge il circolo di Ardea di Sel. “Sicuramente l’atto criminale è stato innescato da una delle numerose denunce fatte da Luca nella sua veste istituzionale di Consigliere Comunale, questo rende ancora più inaccettabile il vile gesto di stampo mafioso”.