“La sentenza emanata in primo grado dal Tribunale di Velletri in data 28 maggio 2018 condanna alla pena di tre anni l’Ispettore Capo R.P. e l’Assistente Capo C.F. per lesioni aggravate nei confronti dell’ex detenuto di origine araba I.L. avvenute presumibilmente tra il 2009 e il 2010 nel penitenziario di Velletri. La vicenda risale al giorno 10 febbraio 2011 quando tre agenti di Polizia Penitenziaria, l’Ispettore Capo R.P. e e l’Ass.te Capo C.F., vengono colpiti da provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura della Repubblica di Velletri, con l’accusa di presunte lesioni aggravate nei confronti dell’ex detenuto. Dopo 2 anni e 8 mesi, precisamente in data 10 ottobre 2013, il Giudice del Tribunale di Velletri fissava un nuovo processo sul caso, conclusosi dopo un lungo dibattimento con la seguente sentenza: visto l’ art. 530 2 c c.p.p. assolve Ispettore Capo R.P. e l’Ass,te capo C.F. dal reato loro ascritto perche il fatto non sussiste. Assoluzione prevedibile ma tardiva”. Questa le parole del sindacato Ugl Polizia Penitenziaria, che scende in campo a difesa dei colleghi coinvolti in questa bufera giudiziaria assurda, senza precedenti e senza fine.
“Abbiamo appreso la nuova sentenza – commenta il sindacato – il caso era chiuso con l’assoluzione degli agenti, adesso la nuova condanna a tre anni emanata in primo grado dal Tribunale di Velletri nei confronti dei nostri colleghi la riteniamo esagerata ed incredibile, I colleghi hanno già subito una restrizione gratuita della libertà perdendo la dignità e la fiducia di molte persone, a causa delle accuse ritenute senza fondamento. I colleghi – concludono – non hanno ucciso e fatto del male a nessuno, continuare a spendere ulteriore denaro pubblico, tempo e rallentamento di pratiche giudiziarie a causa di un ex detenuto dimostrato inattendibile nei processi lo riteniamo inaccettabile e scandaloso. Come Sindacato Ugl Polizia Penitenziaria restiamo sempre impegnati nella tutela dei lavoratori, sopratutto vicino ai colleghi attualmente vittime di un sistema giudiziario lento e confuso. Faremo di tutto per ridare la dignità sottratta ai nostri colleghi”.