300 bambini delle scuole primarie di Ariccia e Genzano, hanno partecipato ai laboratori didattici dedicati ad ambiente e botanica, alla storia, all’archeologia e all’arte locale, che trasuda da questi luoghi. Con le “aule a cielo aperto” allestite sui prati verdi della sommità di Colle Pardo, sotto un gigantesco castagno nel bosco dei Castelli Romani, tra un gruppetto di tigli, o sotto un acero o magari sotto un soffitto di teli di juta, “scartati” da un’azienda di Pomezia. Gli scolari hanno toccato anche la questione del riciclo e riuso dei rifiuti urbani civili e industriali, visto che ancora oggi pende, su tutta l’area, il rischio di costruzione dell’inceneritore più grande d’Europa. Colle Pardo è un’area verde dalla bellezza mozzafiato di circa 20 ettari. Un ultimo squarcio di macchia mediterranea collinare, immersa tra l’urbanizzazione feroce permessa da un casta locale cieca ed incapace, e le vicine aree industriali di Cancelliera, Pomezia e Santa Palomba, proprio lì davanti.
La settimana Unesco è partita da questo piccolo paradiso terrestre, caratterizzato dalla presenza di alberi grandi e imponenti come: pini, lecci, castagni, querce, tigli ed aceri. Ma anche da piante tipiche del sottobosco locale come: mirto, alloro, cappero, corbezzolo, ginepro, ginestra, oleandro. Appena due anni fa, questa preziosa area verde è stata sottratta, grazie all’impegno del sindaco Emilio Cianfanelli e ai fondi della Provincia di Roma, alle grinfie dei costruttori. Ed è divenuta ora, giustamente, il simbolo più importante del riscatto della grazia e della bellezza del paesaggio naturale dei Castelli Romani sull’avanzare incontrollato del cemento. Un luogo considerato magico dagli antichi romani, che chiamavano questo promontorio “colle del sospiro”. Era infatti l’ultimo avamposto da cui i legionari, in partenza per la guerra, potevano guardare e salutare, per l’ultima volta, la città eterna. Da qui era ben visibile la via Appia antica, “regina viarum”, che correva appena sotto le sue pendici col suo solido tracciato di pietra vulcanica sepolto attualmente, quasi per intero, sotto le vigne ed i terreni agricoli.
I bambini hanno anche visitato parco Chigi. Tra l’incantevole borgo storico del Fontana, e la commovente piazza di Corte del Bernini, davanti la Chiesa e la Casina del Ministro. Tra l’inconfondibile e monumentale ponte di Ariccia del Bertolini e l’area archeologica dell’Appia antica, proprio sotto il centro storico, tra le pendici di Colle Pardo e Vallericcia. Vero motore delle iniziative e proposte è stato proprio l’associazionismo dei Castelli Romani, come avviene sempre più spesso. Associazionismo che ha portato, col proprio prezioso e disinteressato contributo, un piccolo-grande bagaglio di conoscenze per i tanti bambini e adolescenti che hanno preso parte ai progetti didattici. Poche chiacchiere e tanti fatti. Uno slogan sconosciuto, troppo spesso, ai nostri amministratori.