Su Facebook ha lanciato un appello chiedendo soluzioni. Si chiama Cinzia ed è un’occupante abusiva che al momento vive in un ufficio del Colosseo, ma che presto verrà sgomberata. «Ho la sensazione – scrive in un post – di trovarmi in un mare in tempesta e di stare per affogare». Da quanto racconta, i problemi nella sua vita sarebbero iniziati sette anni e mezzo fa in seguito a violenze fisiche e psicologiche. Si sarebbe rivolta ad un centro antiviolenza, avrebbe denunciato, trovato aiuto in una casa rifugio e avviato l’iter con tribunale e servizi sociali. Una volta preso casa in affitto avrebbe iniziato a lavorare come infermiera, avendo però problemi con i pagamenti. «Questo mi ha fatto entrare in un loop – racconta – dal quale non sono riuscita ad uscire. Mi sono rivolta ai servizi sociali che mi hanno aiutato con un contributo finalizzato ma che non mi ha permesso di rimettermi in piedi. I ritardi dello stipendio si sono protratti talmente a lungo che sono stata costretta a licenziarmi e iniziare a fare lavori precari che mi hanno portato in.una situazione precaria». È stato quando è iniziata la procedura di sfratto che Cinzia ha deciso di occupare uno degli uffici Inps disabitati. «Lo feci andando contro ogni mio principio – racconta -, ma non avevo altre soluzioni. Quando entrai trovai il degrado più assoluto, pavimento ricoperto completamente di guano di piccioni, piccioni ovunque. Grazie ad una catena di solidarietà ho potuto avere numerosi mobili che mi hanno permesso di rendere quell’ufficio abitabile. Era diventato il nostro nido anche se sapevamo che prima o poi saremmo dovuti andare via». Cinzia, saputo che in seguito alla circolare inviata dal Ministero dell’Interno alle Prefetture lo sgombero si avvicinava ha ricontattato i Servizi Sociali, credendo di avere però più tempo a disposizione. «Ho dovuto dire ai miei figli di preparare velocemente panni e libri e li ho fatti venire a prendere immediatamente dal padre per evitare che vedessero l’incursione in casa. Mia figlia più grande ha avuto un primo crollo, ha iniziato a piangere a singhiozzi, era terrorizzata. Una volta andati via i ragazzi ho iniziato a preparare le cose indispensabili. Il secondo crollo lo ha avuto quando ha dovuto lasciare il suo sogno, la danza». Saputo che non era il suo turno per lasciare l’ufficio occupato abusivamente, Cinzia sta ora cercando soluzioni. «Quello che mi propongono per il momento è un contributo finalizzato e temporaneo che per quanto utile rischia al termine di farmi trovare in una situazione simile a quella odierna. Senza contare che nessuno dà in affitto una casa a chi non ha entrate o le ha limitate quindi il contributo potrebbe non essere una soluzione. Abbiamo bisogno di stabilità. Sette anni fa – continua – ho fatto domanda per le case popolari. Per la mia tipologia di nucleo sono 28esima, ma in base alla domanda fatta quando ancora pagavo l’affitto. Non pagandolo più perdo nove punti e dovrei scendere oltre i trenta. Mi è stato detto che assegneranno 24 appartamenti a gennaio e io ad oggi non ci rientro. In questi giorni sto cercando di dare via tutti i mobili visto che non so dove metterli e visto che non so quanto tempo ho. Come me si trovano altre nove famiglie tra cui mamme con figli anche disabili, anziani, malati oncologici, donne sole, invalidi, anziani. Ci stanno dando tempo ma abbiamo bisogno di soluzioni».