Stop violenza sulle donne, anche quelle più nascoste e inconfessabili. «Denunciate!». È l’invito gentile ma fortissimo delle madri dei Castelli Romani che hanno sfilato ad Albano in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne sabato 24 sera. In particolare, per far emergere quella che l’Organizzazione mondiale della sanità classifica come “violenza ostetrica”. Cioè tutte quelle pratiche e mancanze di rispetto – anche se non attuati con l’intenzione di nuocere – che purtroppo ancora troppo spesso le donne in gravidanza e le neo-mamme subiscono. Accanto a operatori che agiscono con grandiosa professionalità, moltissimi sono i casi di medicalizzazioni inutili e dannose: il taglio della vagina, ad esempio, per l’Oms dovrebbe essere contenuto massimo al 5% dei parti, invece in Italia è praticato circa una volta su due e provoca profondi traumi anche nella sfera sessuale. Oppure l’enorme numero di cesarei: per i feti in posizione podalica, quasi sempre fatti nascere con il taglio cesareo, quanti sanno che un grande aiuto lo dà la moxa (bastoncino di erba artemisia fatto bruciare vicino le parti interessate). «La tecnica migliore è riscaldare tra la 32esima e 37esima settimana l’angolo ungueale (vicino l’unghia, ndr) del quinto dito di entrambi i piedi», spiega la dottoressa Sonia Baccetti, responsabile regionale della attività di medicina complementare della Toscana. La prima indagine nazionale condotta in Italia nel settembre del 2017, commissionata dalle associazioni di madri, ci dice che circa un milione di madri (21%) ha dichiarato di avere subito una qualche forma di violenza ostetrica durante la prima esperienza di parto e come conseguenza il 6% delle donne ha affermato di non volere più altri figli: significa 20mila bambini non concepiti ogni anno, calcola l’istituto Doxa che ha curato la ricerca. Lo scorso sabato 24 novembre, per aprire a tutti gli occhi sui trattamenti irrispettosi, abusanti o negligenti durante la gravidanza, il parto e nel post parto hanno passeggiato assieme alla gente di Albano molte realtà locali, Andos, Assemblea delle donne consultori Asl Roma 6, Bottega Equo Solidale, Donne per il Cambiamento, FabricAlbano, La Goccia Magica, Vivere Impresa, Namah, Kairós. Le mamme hanno consegnato ai passanti braccialetti confezionati con la lana rossa da indossare come testimonianza di una sensibilità condivisa. L’invito è stato quello di denunciare qualsiasi forma di violenza sulle donne.
26/11/2018