Sono parte della memoria storica della cittadina dei Castelli Romani, tra le più amate da turisti e visitatori romani. Installate per le vie di Grottaferrata negli anni trenta del Novecento, raccontano la vita di un paese che non c’è più, quella del periodo precedente il secondo conflitto bellico, dove case, villini liberty (oggi in gran parte distrutti dallo strazio urbanistico) e vigne erano l’unico panorama esistente in una comunità di poche migliaia di persone. ” In quella Grottaferrata, dice un anziano signore grottaferratese, dove sorgevano anche le prime opere pubbliche ancora oggi rimaste in dotazione alla città ( vedi la scuola di Piazza Marconi), arrivarono anche questi ‘nasoni’ in ghisa, duraturi, resistenti, arricchiti da ornamenti, resi particolari per il fregio con il fascio littorio, e ornamentali. Finita la guerra, furono risparmiate. L’epoca ideologica del Novecento le ha conservate e mai messe in discussione poiché utili alla comunità. Oggi sono fortemente a rischio. Integre e funzionanti ne sono rimaste ben poche. Le altre, più periferiche, sono state sostituite, rimosse, persino rubate e depredate. Due mesi fa è emerso il caso della zona di Roseto, dove uno di questi tipici nasoni è stato sostituito con una fontanella da giardino. Quella che era posizionata in Via Isonzo, altezza Via degli Scaloni, fu addirittura rubata anni fa “. L’ultimo caso in ordine cronologico è accaduto di recente in Via Dalmazia- Viale San Nilo, dove mani ignote hanno privato la fontanella del fascio littorio che la ornava. Un altro furto, dunque, a dimostrazione di quanto questo piccolo patrimonio che andrebbe tutelato in base al criterio del vincolo di interesse storico sia a rischio. Un’opera di manutenzione su quelle esistenti appare dunque necessaria, visto che hanno dissetato, al di là degli aspetti storici o estetici, generazioni di grottaferratesi, dicono numerosi residenti di Grottaferrata.
27/11/2018