Mezzo secolo di carcere per l’omicidio di Luca Palli. A tanto ammontano, in totale, le condanne richieste dal pubblico ministero Antonio Sgarella nel processo ai due imputati per l’uccisione del 48enne apriliano. Più nello specifico, il pm ha chiesto 27 anni di reclusione per Massimiliano Sparacio, 46enne di Aprilia, e 24 anni di reclusione per Vittorio De Luca, 32enne di Anzio. Poi a parlare sono stati i legali di parte civile. Nella prossima udienza, l’11 gennaio, sono previste le arringhe delle difese e la sentenza.
Palli, noto alle forze dell’ordine e dipendente della Multiservizi, venne ucciso il 31 ottobre dello scorso anno in via Mazzini, ad Aprilia. Venne invitato ad uscire da un vicino bar, dove stava prendendo un aperitivo, e freddato con tre colpi di pistola calibro 38. Indagando, nel giro di un mese, grazie anche all’analisi delle immagini di sorveglianza della zona, i carabinieri arrestarono De Luca e Sparacio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato De Luca ad attirare Palli in trappola. Gli investigatori ritengono che vi fossero degli screzi tra la vittima e gli arrestati. Palli, due anni prima, era stato denunciato da Sparacio per screzi personali. Ha poi iniziato a lavorare in un altro bar ad Anzio, dove conobbe De Luca. I due avrebbero infine pianificato l’omicidio.Con l’accusa di omicidio volontario premeditato De Luca, difeso dall’avvocato Angelo Palmieri, e Sparacio, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, sono quindi finiti imputati e hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato.