Per mesi è stata “la ragazza che dorme sulla sabbia”. Emma, 42 anni, ha scelto di seguire lo stile di vita da clochard nonostante fosse titolare di una casa popolare a Terracina. Schiva, diffidente e una storia tutta particolare alle spalle. Ha vissuto per anni insieme al papà anziano bisognoso di cure. Una vita angusta, piena di sacrifici che, dopo la morte del padre ha portato la giovane trentenne Emma a vivere come una senzatetto. Circa un anno fa di lei se ne erano perse le tracce, fino all’estate scorsa in cui ha vagato in giro per l’Italia. A settembre era stata notata da diversi residenti dormire sulla spiaggia di ponente, sempre alla stessa altezza del lungomare. A chi le portava qualcosa da mangiare, uno yogurt o un po’ di frutta, Emma è sempre apparsa assorta verso l’orizzonte, presa nei suoi pensieri e in discorsi non sempre chiari. Sul perché però fosse tanto legata alla spiaggia e volesse stare esclusivamente in quel punto non si è mai espressa. Di certo, non poteva tornare nella sua casa perché, mentre era fuori ed in giro per l’Italia, la sua casa era stata occupata abusivamente da un nucleo di quattro persone. Le segnalazioni partite dal web sono arrivate ai servizi sociali e all’amministrazione comunale. Emma però ha sempre mostrato reticenza, rifiutando l’aiuto delle persone che le si avvicinavano e mostrando inevitabilmente segnali crescenti di squilibrio e mancanza di lucidità. In seguito ad una segnalazione formale all’interno degli uffici dei servizi sociali, è stato possibile intervenire e portare via dalla sabbia Emma per trasferirla in una clinica. “Un atto dovuto per dare seguito ai soccorsi necessari”, spiega Tintari, l’assessore ai Servizi Sociali. “Le condizioni del tempo sarebbero inevitabilmente peggiorate e lei era bisognosa di cure”. Un segno del destino forse e un tempismo assoluto visto che è stata tolta dalla spiaggia e ricoverata in una struttura sanitaria solo due giorni prima del disastroso tornado che ha colpito Terracina. “Non vogliamo immaginare cosa sarebbe potuto succedere se si fosse trovata sulla spiaggia il 29 ottobre, quando è arrivato quel turbine di acqua e aria dal mare. Inoltre abbiamo contestualmente provveduto ad emettere un’ordinanza di sgombero per la casa popolare occupata e che è stata eseguita proprio nelle scorse ore”. Però oggi Emma non è nella condizione di vivere da sola. Deve frequentare un percorso riabilitativo. “Ha bisogno di cure e al momento è ospite di una casa famiglia del posto. C’è la consapevolezza di aver aiutato una concittadina che era inevitabilmente esposta ad una condizione di pericolo. In queste situazioni è fondamentale che tutti i cittadini si facciano parte attiva, attraverso i canali preposti e dedicati a risolvere situazioni che da complicate possono anche diventare irrimediabili”.
07/12/2018